Fumatore incallito? Te lo leggo nel DNA
I danni provocati dal fumo sono ormai conosciuti da tutti. Persino i fumatori più incalliti ne sono a conoscenza e il pacchetto acquistato ogni mattina glielo ricorda: “fumare nuoce gravemente alla salute”.
Il vizio però è difficile da abbandonare, nonostante tutti gli ammonimenti . Secondo un recente studio, per i fumatori più accaniti, la causa sarebbe da ricercare, anche, nel DNA.
Lo studio, realizzato dall’Institut Pasteur , dal CNRS e dall’Università Pierre et Marie Curie, pubblicato sulla rivista scientifica “Molecular Psichiatry”, dimostra che una mutazione genetica sarebbe corresponsabile del tabagismo. I ricercatori francesi, usando topi come cavie, hanno osservato che il desiderio di nicotina è fortemente regolato da una mutazione genetica che riguarda il recettore neuronale della suddetta sostanza, principale responsabile della dipendenza da tabacco.
In presenza della mutazione, il recettore non funzionerebbe a dovere, provocando una continua ricerca di nicotina, non sufficientemente recepita. I topi mostravano una notevole riduzione della sensibilità alla nicotina, che, tradotta in termini umani, si traduce in un continuo desiderio di fumare, arrivando a desiderare tre volte tante sigarette nell’arco di una giornata rispetto ad un fumatore “normale”, con le relative conseguenze negative in termini di salute e anche di portafogli.
La particolare mutazione è però molto comune: infatti, secondo lo studio, coinvolgerebbe il 90% dei fumatori e circa il 35% di tutta la popolazione europea.
Nonostante la ricerca non sia molto d’aiuto per alleggerire i sensi di colpa di chi non riesce a liberarsi del vizio e possa, allo stesso tempo, risultare un prezioso alibi per i fumatori più accaniti, potrà essere molto utile agli esperti per studiare nuove tecniche e trattamenti, mirati e personalizzati, per liberarsi dal fumo.
di Martina D’Andrea
19 dicembre 21013