Simo Häyhä, il cecchino più letale della storia

Nato nel 1905 da una coppia di agricoltori luterani finlandesi, Simo Häyhä entrò a far parte della Guardia Civile nella milizia volontaria della Finlandia indipendente a 17 anni. Nel 1925 faceva già parte dell’esercito.
Circa un decennio dopo, con lo scoppio della Guerra d’Inverno contro l’Armata Rossa di Stalin (1939-1940), Häyhä operò come cecchino, nella sesta compagnia del Reggimento di Fanteria 34. Fu qui che nacque la fama che divenne vero e proprio mito, concretizzato nel soprannome che gli venne affibbiato: la morte bianca.
Stando alle cifre ufficiali, uccise oltre 500 soldati russi, 800 se si includono anche le fonti non ufficiali, ma probabilmente propagandistiche.
Il suo trucco? “Pratica”, come rispondeva a chiunque glielo chiedesse.

La verità è che Häyhä aveva unito una serie di tecniche personali, che lo rendevano un cecchino unico e sempre efficiente, capace di resistere persino all’artiglieria pesante e ai raid aerei.
Sparava sempre dal terreno, dal basso, contrariamente alla tecnica più diffusa all’epoca, ovvero di sparare da postazioni elevate per aumentare la visibilità. Questo senza utilizzare il mirino telescopico che, riflettendo la luce del sole, lo avrebbe esposto ai nemici.
In più, viaggiava leggero, portandosi giusto il fucile, il mitra, un po’ di cibo (solitamente pane e zucchero, per non perdere energie) e i caricatori. Ciò gli garantiva più agilità.
Si vestiva esclusivamente di bianco, per mimetizzarsi nella neve, dove resisteva per ore a temperature che andavano dai -20 ai -40 °C. Un po’ di neve la metteva in bocca, per non generare condensa respirando.
L’unico colpo quasi fatale che ricevette fu nella battaglia del 6 marzo 1940, quando un proiettile lo colpì alla mandibola. Ovviamente non lo uccise, ma gli fece perdere coscienza fino al 13 dello stesso mese.
Una volta che la battaglia e la degenza del cecchino furono concluse, Häyhä fu promosso da caporale a sottotenente. Finita la guerra, si dedicò alla caccia di alci e all’allevamento di cani, una vita decisamente più pacifica rispetto alla precedente, che però aveva già lasciato il segno nella storia.