Il lago dimenticato dal tempo che sfida la siccità

A poco più di due ore d’auto dal Cairo, nel cuore della depressione del Fayyum, si trova uno dei luoghi più sconosciuti e magici dell’intero Egitto: il lago Qarun, un bacino d’acqua antichissimo che affonda le sue radici nella storia dei faraoni e resiste ancora oggi come oasi di biodiversità nel bel mezzo del deserto.
Conosciuto in epoca faraonica come Meride, e rinominato Moeris dai greci (Μοίρις λίμνη), il lago Qarun oggi è un testimone silenzioso di millenni di civiltà, di ingegneria idraulica, di adattamento e di sopravvivenza in condizioni estreme.
Già durante la XII dinastia i sovrani del tempo compresero l’enorme potenziale strategico del bacino: fu il faraone Amenemhat III a trasformare la regione in un gioiello di ingegneria, con scavi, canali, dighe e opere di irrigazione che permisero di regolare le piene del Nilo, proteggere le coltivazioni e creare riserve idriche in caso di siccità.
Il lago divenne così non solo un centro agricolo, ma anche un luogo di caccia, pesca e riposo per l’élite egiziana, tanto da divenire un locus amoenus capace di arrivare a sfiorare il mito: infatti, secondo lo storico greco Erodoto, dalle sue acque spuntavano due imponenti “piramidi”, che si ritiene fossero in realtà le due statue colossali dedicate ad Amenemhat III.
Oggi, nonostante le trasformazioni causate dall’evaporazione di parte dell’acqua, e dalla conseguente salinizzazione di ciò che rimane, il lago Qarun conserva ancora un valore ecologico straordinario. Dichiarato area protetta nel 1989, ospita tuttora oltre 190 specie di uccelli, tra cui fenicotteri rosa, pellicani, aironi, cicogne e gabbiani rari, e anzi è meta cruciale nelle migrazioni stagionali di moltissime specie; inoltre le sue acque pullulano di pesci e le sue sponde sono abitate da bufali, sciacalli e gazzelle.
Il raro microclima che garantisce tutt’oggi quest’oasi nel deserto è favorito dalla posizione del lago, che, formatosi attraverso un processo naturale di accumulo delle acque del Nilo, sorge circa 25 metri sotto il livello del mare – per l’appunto in quell’area denominata “depressione Birket Qarun” – ed è alimentato da sorgenti sotterranee e dalle residue acque del Nilo che ancora attraversano il vecchio canale Bahr Yusef.
Tuttavia, nonostante il suo potenziale turistico e culturale, il Lago Qarun rimane fuori dai radar. E dire che proprio qui si trova la più antica strada lastricata conosciuta al mondo, risalente a oltre 4.000 anni fa e utilizzata per trasportare le pietre destinate alle piramidi di Giza.
Negli ultimi anni progetti locali e internazionali hanno provato a rilanciare la zona, puntando sull’ecoturismo, la tutela ambientale e la valorizzazione archeologica, ma resta ancora molto da fare per riportare il lago al centro del villaggio come simbolo attuale di convivenza tra uomo e natura.