17 marzo 1861: la giornata che ha visto nascere l’Italia

Il 17 marzo 1861, dopo anni di sacrifici, lotte e speranze, nasceva finalmente il Regno d’Italia.
Questa data segna un momento cruciale nella storia del nostro Paese: per la prima volta, la penisola italiana si univa sotto un’unica monarchia, dando vita a una nazione unita. Un processo complesso e travagliato, che rappresenta la realizzazione di un sogno che, per secoli, sembrava lontano, ma che finalmente divenne realtà grazie agli sforzi di patrioti, militari e politici che, con determinazione, avevano lottato per unire territori frammentati e segnati da divisioni politiche e sociali.
Quando nasce l’idea di Italia?
Sebbene l’idea di un’Italia unita politicamente non esistesse prima del Rinascimento, le basi di un’identità comune cominciarono a emergere molto prima, a livello culturale e intellettuale. Durante il Medioevo, la penisola italiana era frammentata in piccoli stati, signorie e città-stato. Sebbene politicamente separati, questi territori condividevano un patrimonio culturale che affondava le radici nell’antica Roma. Le città italiane, pur mantenendo una forte autonomia, si riconoscevano in un comune retaggio storico e culturale. In particolare la lingua latina, pur evolvendosi nei dialetti locali, fungeva da legame tra intellettuali e artisti di tutta la penisola.

Il Risorgimento Italiano
E’ stato il Risorgimento a segnare l’inizio del percorso verso l’unificazione politica della penisola. Questo movimento, che combinava il risveglio culturale con l’ambizione politica, fu alimentato principalmente da intellettuali e patrioti. La sua forza si fondava sull’idea che un’Italia unita non fosse solo una necessità politica, ma anche il risultato di un profondo legame culturale e storico che univa le diverse regioni della penisola.
I Moti del 1820-21 e 1830-31
Il 1800 fu teatro di importanti rivoluzioni politiche e sociale che caratterizzarono tutta l’Europa. I moti dei primi decenni di questo secolo, come quelli del 1820-21 e del 1830-31, segnarono i primi tentativi di unificazione nella penisola italiana. A guidare le rivoluzioni (senza successo) furono le organizzazioni segrete, che, sebbene mosse da buone intenzioni, non riuscirono a coinvolgere le masse popolari. Fu in questo periodo che emerse la figura di Giuseppe Mazzini. Il patriota genovese cercò di cambiare rotta rispetto alle associazioni segrete allargando il movimento risorgimentale alle masse e proponendo un progetto politico che vedeva nell’unificazione della penisola una missione divina e storica.. Nonostante i suoi sforzi, tuttavia, i moti mazziniani non riuscirono a ottenere i risultati sperati.
Le Rivoluzioni del 1848
Nel 1848 l’europa fu sconvolta da una crisi rivoluzionaria di ampiezza e di intensità eccezionali. La grave crisi economica, la spinta verso l’emancipazione nazionale e l’intervento delle masse popolari spinse infatti le diverse popolazioni europee ad insorgere in moti popolari. Anche l’Italia si unì a questo clima di fermento che si andava diffondendo in Europa. A Palermo e in altre città italiane, scoppiarono rivolte contro i sovrani locali, nelle quali il popolo chiedeva maggiore autonomia e libertà. La crisi economica che investiva l’Europa contribuì a spingere alla richiesta di riforme. Durante quell’anno, diversi sovrani italiani, concessero costituzioni, ma la situazione rimase complessa. In particolare, a Milano e Venezia, sotto il dominio austriaco, i patrioti tentarono di liberarsi dall’occupazione austriaca, ma le rivolte furono rapidamente soffocate. Nel 1848 ebbe il via la Prima guerra di indipendenza, promossa dal Piemonte, la quale non ebbe il successo sperato e si concluse con un armistizio che non portò alcuna reale vittoria.
Cavour e la Seconda Guerra di Indipendenza
Negli anni successivi, il Piemonte, guidato dia Camillo Benso conte di Cavour, divenne il principale motore del processo di unificazione. Le sue riforme trasformarono il Piemonte nella prima potenza economica e militare d’Italia, rendendolo il centro propulsore del Risorgimento. Cavour ritenne indispensabile stringere alleanze internazionali, in particolare con la Francia di Napoleone III, per affrontare l’Austria, potenza dominante in Italia. La Seconda guerra di indipendenza, sfociata nel 1859, pur portando a importanti vittorie, terminò con la firma dell’armistizio di Villafranca, che tradì le aspettative italiane. Tuttavia, Cavour riuscì ad ottenere la Lombardia, e l’annessione di altri territori come la Toscana e l’Emilia-Romagna si avviò rapidamente.
L’Impresa dei Mille e l’Unificazione del Sud
Nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 Garibaldi, tra i più celebri protagonisti del Risorgimento, salpò per la Sicilia con poco più di mille volontari. Pochi giorni dopo sbarcarono nell’estremità occidentale della Sicilia iniziando a liberare il Sud Italia dall’oppressione borbonica. Con il sostegno della popolazione siciliana, l’esercito garibaldino avanzò rapidamente, liberando gran parte del Sud Italia. Nonostante l’opposizione di Cavour, che temeva l’intervento della Francia, Garibaldi proseguì la sua marcia verso Napoli, dove incontrò Vittorio Emanuele II. L’incontro tra i due segnò un momento decisivo per l’unificazione: Garibaldi cedette il Sud al re, e l’Italia meridionale fu annessa al Regno di Sardegna. Con i plebisciti che si svolsero nei territori conquistati, il 17 marzo 1861 il Regno d’Italia venne proclamato ufficialmente, con Vittorio Emanuele II come primo re d’Italia.
La Nascita del Regno d’Italia
Il 17 marzo 1861 segna quindi la conclusione di un lungo processo di unificazione. Nonostante le difficoltà e le divisioni ancora presenti, la nascita di una nazione unita rappresentava una realizzazione straordinaria delle aspirazioni risorgimentali. L’Italia, pur incompleta e ancora divisa in alcuni suoi territori, aveva finalmente trovato un nuovo assetto politico, economico e sociale, gettando le basi per il futuro della nazione.