Elezioni regionali 2025: 7 regioni si preparano al voto

Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Sono queste le sette regioni che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si preparano a tornare alle urne. La partita si fa delicata e tutti guardano alle regionali anche per parlare di governo. Per ora è un testa a testa: tre regioni al centrosinistra e tre al centrodestra, esclusa la Valle d’Aosta con il suo governo autonomo. I prossimi mesi, però, potrebbero ridisegnare in toto il panorama politico italiano, con un vero e proprio gioco di pedine.
Il Consiglio di Stato non ha fissato un giorno unico per tutte le regioni. Niente election day, quindi, ma solo una data limite da rispettare: entro il 23 novembre tutte le urne dovranno essere chiuse. Alcune regioni hanno già un piano deciso, altre un po’ meno.
La Valle D’Aosta guarda per prima verso le elezioni
Rispetto alle altre regioni, per la Valle D’Aosta le cose sono un po’ diverse. In quanto regione a statuto speciale, i cittadini saranno chiamati ad eleggere solo i componenti del Consiglio regionale, che a loro volta eleggeranno il presidente di regione. Di fronte alle prossime elezioni, l’incertezza è tanta. Sono infatti 9 le liste depositate e ammesse dall’ufficio elettorale regionale. Al centro della contesa elettorale c’è l’Union Valdotaine, il movimento autonomista per eccellenza che ora ha in mente un obiettivo preciso: se alle scorse elezioni sono stati 7 i candidati eletti, ora punta al raddoppio e a formare un governo di soli autonomisti.
In Valle D’Aosta la sinistra non è affatto compatta. Mentre Elly Schlein guarda agli autonomisti per cercare di rimanere ancorata all’unico governo del nord Italia non governato dal centro destra, altre due liste di sinistra, Rete civica e Valle d’Aosta Aperta, si contendono il territorio. Sul fronte opposto la coalizione di centrodestra si presenta unita e compatta. Il sogno è quello di riuscire a costruire una maggioranza con gli autonomisti di centro, che potrebbero quindi diventare l’ago della bilancia.
Anche le Marche tra le prime regioni a votare
A distanza di cinque anni dal giorno della sue elezione a Presidente della regione, il centro destra continua a sostenere Francesco Acquaroli. FdI, Lega, FI, Base popolare dell’ex presidente regionale Gian Mario Spacca, Unione di Centro e le liste civiche “Civici Marche” e “Marchigiani con Acquaroli”, saranno con lui per la riconferma del posto. Il centro sinistra invece, si prepara a scendere in campo con Matteo Ricci (Pd), europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro, sostenuto dal campo largo Pd, M5S, Iv, Avs e alcune liste civiche e realtà locali come “Progetto Marche”, “Avanti con Ricci”, “Pace Salute Lavoro” e la civica “Matteo Ricci Presidente”. Grande assente : Azione di Carlo Calenda che non si presenterà nelle Marche.
I candidati però, non si esauriscono qui. Oltre a Ricci e Acquaroli, a concorrere per la presidenza della regione ci saranno anche altri candidati: Beatrice Marinelli per Evoluzione della Rivoluzione, Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana Popolare), Lidia Mangani (Partito comunista italiano) e Francesco Gerardi (Forza del Popolo).
Poi tocca alla Calabria
Il 5 e 6 ottobre sarà il turno della Calabria, dove sia il centrodestra che il centrosinistra si presentano compatti. Per il centrodestra correrà l’uscente Roberto Occhiuto, sostenuto da ben otto liste (FI, FdI, Lega, Noi Moderati, Udc, Forza Azzurri, Occhiuto Presidente e Sud chiama Nord – Partito Animalista Italiano). Il centrosinistra candida, invece, Pasquale Tridico, europarlamentare M5S ed ex presidente dell’Inps, appoggiato da undici forze politiche: Pd, M5S, Avs, Demos, Rifondazione Comunista e, nonostante le critiche passate, anche Italia Viva di Matteo Renzi. Azione resta invece fuori dalla coalizione. C’è poi un terzo candidato: Francesco Toscano, sostenuto da Democrazia Sovrana Popolare.
Il 12 e 13 ottobre sarà il turno della Toscana
Verso la metà di ottobre toccherà alla Toscana. Il centrosinistra ha confermato la ricandidatura del presidente uscente Eugenio Giani (Pd), per la prima volta sostenuto anche dal Movimento 5 Stelle. Inizialmente Azione aveva partecipato al confronto tra i partiti per appoggiare Giani, ma dopo l’accordo tra Pd e M5S, Azione ha ritirato il sostegno: «Se il programma di governo della Regione Toscana lo decide Taverna, noi non ci saremo», ha dichiarato Calenda ad agosto.
Il centrodestra, compatto, ha invece candidato il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (FdI), con l’appoggio di tutte le forze della coalizione. Le altre candidature emerse finora sono quelle di Antonella Bundu, ex consigliera comunale di Firenze, sostenuta dalla lista “Toscana Rossa”, e quella di Enrico Zanieri, sostenuto dal Partito Comunista Italiano e Hubert Ciacci, che sta raccogliendo le firme per presentarsi con Democrazia Sovrana Popolare.
Campania al voto nell’ultimo week end disponibile
La Campania voterà nell’ultimo week end disponibile. Qui, dopo la mancata approvazione della legge regionale da parte della Consulta, il presidente uscente Vincenzo De Luca, non potrà ricandidarsi per una terza volta. Il posto rimarrà quindi sicuramente libero e a contenderselo ci sarà sicuramente Roberto Fico, candidato del centro sinistra ed ex presidente della Camera. Per il nome del candidato del centro destra non c’è ancora nessuna certezza. Diversi i nomi circolati finora, dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (FdI) a Mara Carfagna, ex ministro e oggi in Noi Moderati, ma niente di confermato.
Anche il Veneto al voto nello stesso week end
Lo stesso week-end, vedrà recarsi alle urne il Veneto. Anche in questo caso dopo il terzo mandato di Luca Zaia (Lega), per lui non sarà possibile ricandidarsi. Nel centrodestra è in corso una contesa sui nomi. Da una parte la Lega, che rivendica un proprio candidato per il dopo Zaia, dall’altra Fratelli d’Italia, per nulla disponibile a rinunciare alla corsa. Salvini punta su Alberto Stefani, giovane deputato, vicesegretario del partito ed ex sindaco di Borgoricco, mentre Fratelli d’Italia sembra orientata sul senatore Luca De Carlo o su Raffaele Speranzon. Il centrosinistra ha già scelto Giovanni Manildo (Pd), avvocato ed ex sindaco di Treviso, per tentare la riconquista di una regione storicamente guidata dal centrodestra.
La puglia ripete lo stesso schema delle precedenti
Anche per la Puglia si ripete lo stesso schema. Stessa data delle precedenti due e nessuna possibilità per l’attuale presidente, Michele Emiliano (Pd), di ricandidarsi. Nel cercare un nome in grado di rimpiazzare il presidente uscente, il centrosinistra ha scelto Antonio Decaro, anche lui del Pd ed ex sindaco di Bari ed europarlamentare record di preferenze alle ultime europee. Anche in questo caso, per il centro destra non c’è ancora un nome.
Elezioni regionali: non solo un appuntamento locale
Mentre i cittadini si preparano a recarsi alle urne, ogni regione diventa una pedina in un mosaico complesso di strategie e alleanze. Le seguenti elezioni, infatti, non saranno solo un appuntamento locale, ma qualcosa di più. Le settimane che verranno decideranno non solo chi guiderà le singole regioni, ma anche il volto della politica italiana nei prossimi anni.