M5s, Cassimatis vince il ricorso, bloccato lo stop di Grillo

Qualche settimana fa Beppe Grillo ha dichiarato sul suo blog non valide le votazioni che avevano eletto Marika Cassimatis come candidata sindaca per il Movimento Cinque Stelle a Genova perché «Indetta con preavviso inferiore al termine minimo di 24 ore prescritto dall’articolo 3 del regolamento del MoVimento 5 Stelle per le votazioni per la scelta dei candidati alle elezioni» aggiungendo poi «La votazione non può però essere rinnovata perché il candidato sindaco Marika Cassimatis e due candidati facenti parte della sua lista sono state sospese in via cautelare dal MoVimento 5 Stelle dal collegio dei probiviri e non sono pertanto in possesso dei requisiti di candidabilità in liste del MoVimento 5 Stelle. Pertanto, la lista che verrà presentata alle elezioni comunali di Genova contraddistinta dal simbolo del MoVimento 5 Stelle è quella con candidato sindaco Luca Pirondini, non potendo procedersi al ballottaggio con altre liste. Se non capite, fidatevi di me»
La decisione del garante del movimento ha scatenato un putiferio, raccogliendo consensi ma anche molte critiche dai suoi stessi elettori che, come si legge dai loro commenti, non hanno capito la motivazione che ha portato Grillo a tagliare fuori la Cassimatis dalle liste a cinque stelle. Non sono poi mancate le accuse di “dittatura” sia da destra che da sinistra. È stata poi indetta una nuova votazione il cui risultato ha visto vincitore l’altro candidato Luca Pirondini con 16.197 voti a favore su un totale di 19.959 votanti. Beppe Grillo ha spiegato di essere entrato in possesso di “documenti” che attestano che molti dei sostenitori della lista di Cassimatis «hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del Movimento, dileggiando e denigrando i portavoce, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti» con un riferimento alla simpatia della Cassimatis per il fuoriuscito Pizzarotti, sindaco di Parma.
È arrivata oggi, però, la sentenza del tribunale di Genova emessa dal giudice Roberto Braccialini che annulla le delibere del garante del movimento con cui si annullava la votazione che ha visto come vincitrice la Cassimatis e la seconda elezione il cui vincitore era Pirondini. Nell’ordinanza del giudice si legge che se anche Grillo è capo politico e garante del movimento «Non ha il potere di veto sulle decisioni delle assemblee telematiche. Tali decisioni anzi sono vincolanti per lui e per gli eletti» e «Le assemblee telematiche producono deliberazioni vincolanti per il capo politico e per gli eletti. Grillo ha un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante che però, in materia di candidature locali, non si identifica nel diritto di ultima parola».
Alla notizia della sentenza la Cassimatis ha dichiarato «Siamo Davide contro Golia, queste cose sono possibili. Siamo in uno stato di diritto e il “fidatevi di me” non è accettabile» e «Siamo molto contenti per questa vittoria e spero ci sia un incontro di chiarimento con lo staff e con Beppe Grillo». Il Movimento ha ora 10 giorni di tempo per fare ricorso presso un organismo collegiale.
In che modo si svilupperà l’intera vicenda è difficile capirlo: la Cassimatis è sospesa e non espulsa dal movimento, inoltre grazie alla sentenza del giudice sarebbe l’unica candidata del movimento per le elezioni a Genova che si terranno l’11 giugno, anche se pare molto poco probabile che si presenti con la lista ed il simbolo dei pentastellati. Ciò che desta più curiosità è quali cause avrà questa vicenda a livello nazionale.
Le dinamiche democratiche del movimento sono state messe in dubbio e numerose sono le domande che si staranno ponendo gli elettori (o cittadini come preferisce Di Battista) dei cinque stelle, in particolar modo se tutto ciò accade in un movimento che da sempre pone l’accento sulla democrazia diretta, concetto che pare essere ora in crisi. Questa democrazia in che senso è diretta? Si concretizza tramite decisioni prese direttamente dai cittadini, o sono le loro decisioni ad essere dirette?