Erasmus: alla fine per votare dovranno tornare in Italia
I giovani italiani che si trovano all’estero per partecipare al progetto Erasmus non potranno votare alla prossime elezioni se non facendo ritorno in patria. Nonostante le accese polemiche di questi giorni alla fine il Consiglio dei Ministri in data odierna, dopo aver valutato approfonditamente la questione, con gli interventi dei ministri dell’Interno e degli Affari esteri, ha deciso che a causa di problemi pratici e di tempo non sarà possibile far votare gli studenti Erasmus che si trovano all’estero.
Il comunicato finale difatti recita: «La discussione ha posto in evidenza delle difficoltà insuperabili: anzitutto di tempo e di praticabilità e, soprattutto, di costituzionalità nel selezionare unicamente gli studenti Erasmus, escludendo tutti gli altri soggetti che si trovano all’estero per ragioni di studio, ma senza una borsa Erasmus, come nuova categoria di elettori temporanei. La discrezionalità di scelta che eserciterebbe il Consiglio con questa decisione contrasta con i principi di partecipazione democratica, eguaglianza ed effettività del diritto di voto previsti dalla Costituzione».
Questi 25mila studenti dovranno quindi far ritorno in Italia a proprie spese per poter esprime il loro consenso alle votazioni del prossimo 24 e 25 febbraio. Decisione cha ha già scatenato numerose polemiche sui maggiori social network. Ricordiamo che l’Italia è uno dei pochi Paesi rimasto a non utilizzare il voto per corrispondenza anche per chi risiede temporaneamente in un Paese diverso, compresi gli studenti. Difatti secondo la legge 27 dicembre 2001, n°459, ed il Decreto-legge 18 dicembre 2012, n°233 le uniche categorie che possono votare per corrispondenza sono gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia temporaneamente all’estero in quanto impegnati nello svolgimento di missioni internazionali; i dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, temporaneamente all’estero per motivi di servizio e i professori e ricercatori universitari.
Enrico Ferdinandi
22 gennaio 2013