Elezioni regionali: il ministro Cancellieri decide per il 10 e 11 febbraio
Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, con una nota diffusa dal Viminale, decide la data delle regionali, invitando i prefetti di Milano e Campobasso a convocare i comizi per le elezioni, che si dovranno tenere nelle giornate del 10 e 11 febbraio 2013. Contemporaneamente, come prevede la legge, ha invitato il governatore del lazio uscente (Renata Polverini) a fissare la data delle elezioni per le stesse date delle altre regioni chiamate al voto.
Formigoni si dichiara d’accordo e commentando su Twitter dice: “Ora dunque bando ai tatticismi, occorre costruire coalizione con Albertini per vincere”:
D’accordo anche il leader del Carroccio Maroni, che afferma: “Bene, noi siamo pronti”, spiegando di essere già ”al lavoro” per la campagna elettorale in cui la Lega lo ha candidato governatore.
Invece Alfano, segretario del Pdl, non ci sta e attacca il governo, perche secondo lui è un errore grossolano” rinunciare all’election day. Così si cede alle pressioni di Bersani, incalza Alfano, che invece vuole le elezioni regionali subito e non insieme alle politiche, ma “Non sanno scegliere un leader e vogliono far affogare l’intero Paese”. E ancora seccamente afferma: “Il gioco di Bersani è inaccettabile ed è inaccettabile che il governo si metta ai suoi piedi. Il governo non può piegarsi al calcolo cinico di Bersani e del Pd. In questo modo si condanna l’Italia a cinque mesi estenuanti di campagna elettorale. Si tratta di una tassa di 100 milioni di euro per anticipare di 50 giorni le elezioni proprio mentre in queste ore si fa fatica a trovare i soldi per gli alluvionati. Siamo in una fase di difficoltà e il Pdl non può dire di sì”. Contrari al voto disgiunto nelle due date anche Fini e Casini.
Non si è fatta attendere però la replica dei democratici all’attacco del segretario del Pdl con un affermazione di Michele Ventura, vicepresidente dei deputati del Pd: “Un centrodestra affogato nei litigi interni, incapace di scegliere non un candidato premier, ma anche soltanto un metodo di selezione, vorrebbe far annegare l’intero Paese.”
Come sempre negli scontri tra le forze di governo, maggioranza e opposizione, tutto è intriso di demagogia, che nulla a che vedere col vero e reale interesse degli italiani, stanchi di sentire solo parole, mentre i grandi problemi che affliggono il Paese intero restano. Osservando con distacco, pare che nessuno abbia veramente voglia di risolvere alcunchè, ma che invece, tuttaltro, si strumentalizzano i problemi, usandoli come pretesto per mantenere il potere delegato loro dal popolo, secondo la costituzione unico “sovrano”.
Sebastiano Di Mauro
14 novembre 2012