Maroni dichiara guerra al governo Monti: ritiro deputati e sciopero fiscale. Monti: “Non mi sento solo”
Alla manifestazione organizzata a Bologna dalla Lega Nord per protestare contro il governo Monti, il leader del partito, Roberto Maroni, promette battaglia e invita tutti i sindaci allo sciopero fiscale e alle dimissioni di massa.
Il leader di Lega Nord è stato duro con le sue parole dicendo: “azioni concrete che potranno arrivare anche allo sciopero fiscale e alle dimissioni di massa. Dopo l’approvazione della legge di stabilità e della legge elettorale, proporrò alla segreteria federale che la Lega decida di ritirare le proprie delegazioni da Camera e Senato”.
Maroni non ha usato mezzi termini e sempre rivolgendosi al governo tecnico attuale dicendo: “Monti vada a casa. Monti ha reso i deboli ancora più deboli. Il governo dei tecnici vada a casa subito”.
E poi leader del Carroccio, per dare un messaggio ancora più chiaro sulle sue convinzioni, e del perchè della sua battaglia ha precisato e ribadito: “Questa è una battaglia di democrazia perché il popolo è sovrano, non il burocrate di Bruxelles o chi sta sugli alti colli. Per noi la vicenda Monti è chiusa, Monti è nemico delle aziende del Nord strozzate dalle tasse”. Aggiungendo: “Non abbiamo paura di nessuno, nemmeno di Monti e del suo governicchio.
Poi Maroni, ribadendo che sarà una battaglia dura e che in merito il suo partito ha le idee chiare, ha anticipato due punti fondamentali di quello che sarà il suo programma elettorale e che riguardano, primo il federealismo fiscale, dicendo che per la Lombardia il 75% delle tasse deve rimanere lì e poi la lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. Ma non è mancato un riferimento all’IMU, problema tanto sentito dagli italiani e che ancora in questi giorni sta facendo discutere, essendo ormai prossima la scadenza di dicembre, e in merito ha detto: “Bisogna abolire le tasse sulla casa perché per noi è un bene sacro. Il governo Monti ha realizzato la più grossa batosta sulla casa mai fatta in un paese occidentale, con aumenti del mille per cento come se la casa fosse un bene rifugio o un modo per riciclare denaro”.
A chi gli chiedeva se si sarebbe candidato in Lombardia, Maroni ha risposto:”Se qualcuno mi chiederà di candidarmi dirò di sì, per me è un orgoglio e non c’è niente di meglio che essere al governo nella propria Regione, in Lombardia ho i miei affetti e il mio mondo”.
Mario Monti dal canto suo, per nulla preoccupato (almeno apparentemente) col suo solito aplomb londinese in un’intervista che fa da prefazione al volume “Le parole e i fatti”, di cui tanti passaggi sono stati pubblicati oggi dal Corriere della Sera, chiarisce le parole pronunciate a New York il 27 settembre, circa l’ipotesi di un bis a Palazzo Chigi, dichiarando: “Ciò che ho detto di recente è che, nell’ipotesi in cui risultasse impossibile costituire una maggioranza, io ci sarò. E se sarà necessario continuerò”, proseguendo, “come ho detto molte volte l’Italia deve ritrovare la via di un processo democratico normale e non c’é alcun motivo per cui questo scrutinio non consenta di esprimere una maggioranza in grado di governare”.
Ad un’altra domanda su come lui vede l’Italia tra dieci anni, Monti ha risposto: “Sono ottimista. Le azioni intraprese proseguiranno e continueranno a portare i loro frutti. Gli italiani si rendono conto che chi evade il fisco è un ladro. Ruba nelle tasche dei cittadini onesti, che sono costretti a pagare di più. Hanno capito che queste abitudini macchiano la reputazione del Paese”.
Monti in questa intervista ha pure detto: “Nessuno mi ha scelto, ma devo convincere tutti”, aggiungendo: “non mi sento solo, coloro che sono stati presidenti del Consiglio prima di me non dovevano guadagnarsi tutti i giorni il consenso”, e ancora: “non farò più battute”.
Sebastiano Di Mauro
11 novembre 2012