La visione isolazionista di Donald Trump, non tutti meritiamo protezione

Donald Trump, probabile candidato repubblicano alle prossime elezioni degli USA, continua la sua campagna elettorale su una nuova impronta, totalmente indipendentista e autonomista.
Nel corso del Summit NATO del 2014 tenutosi in Galles, i differenti Stati membri avevano sancito il loro impegno di incrementare le proprie spese per la difesa fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, ovvero, un corrispondente al 2% del PIL. Impegni ribaditi e sottolineati anche in seguito, nel 2016 a Varsavia, con un progetto denominato Defence Investment Pledge, ma che sono stati portati avanti solamente da 11 Stati su 31.
Questo scenario ha condotto l’ex Presidente statunitense a non ritenere tutti i Paesi membri come meritevoli di sicurezza e tutela, per cui anche in caso di un attacco da parte di Stati come la stessa Russia, che in qualche modo sembra essere stata incoraggiata, non vi sarà alcun intervento statunitense.
Parole forti, che sembrano quasi andare ad incitare la realizzazione di un tale evento per dimostrare come “chi non paga, non merita il sostegno degli Alleati”.
Gli 11 di 31: il rispetto degli impegni del Defence Investment Pledge
Le “minacce” di Trump si riferiscono a quegli Stati che non hanno adempiuto a tale impegno d’investimento, come risulta dal Documento della Camera dei deputati dello scorso ottobre 2023.
I paesi che rispettano gli impegni di difesa sono solamente 11 e che, in virtù della loro attuazione, sono degni dell’azione di tutela degli Alleati. Tra questi sono emersi gli Stati Uniti, con un investimento del 3,49% del PIL; la Polonia con un 3,9%; la Grecia con un 3,01%; l’Estonia con investimento pari al 2,73%; la Lituania con un 2,54%; la Finlandia con un 2,45%; la Romania e l’Ungheria con un rispettivo impiego del 2,44% e 2,43%; la Lettonia, il Regno Unito e la Slovacchia, invece, sono alla soglia minima di rispetto del Defence Investment, rispettivamente con un 2,27%, 2,07% e 2,03%.
Gli Stati “trasgressori”: anche l’Italia nel mirino di Trump
Sotto il margine del 2% e dunque nel mirino di Trump vi sono, innanzitutto, il Lussemburgo (0,72%), il Belgio (1,13%) e la Spagna (1,26%) che vengono considerati come l’ultimo strascico del target del 2%. Inoltre vi sono ulteriori Paesi tra cui: Turchia, Slovenia, Canada, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Norvegia, Olanda, Albania, Croazia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro e Francia (quest’ultima per poco, è all’1,9%).
Per quanto concerne la posizione dell’Italia emerge nel documento di ottobre 2023 della Camera dei Comuni come in realtà la spesa d’investimento sia andata a diminuire in relazione al PIL, vedendo, quindi, un contributo sempre inferiore della penisola per la realizzazione del Defence Investment Pledge. Nel 2020 vi era un investimento pari all’1,59%, avvicinandosi così alla soglia imposta, ma già nel 2022 vi fu una discesa nello stesso, raggiungendo un 1,51% fino all’1,46% odierno. L’Italia per ora non detiene un budget per poter adempiere a tale progetto, motivo per cui ha presentato un piano di attuazione quinquennale, dove il target del 2% potrà essere raggiunto nel 2028.
Biden: “Parole pericolose”
L’attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha presentato un attacco alle parole e considerazioni emesse da Donald Trump, che sono state definite come pericolose e spaventose. Biden si è servito delle dichiarazioni dell’avversario per invitare gli elettori a non offrire a Trump un secondo mandato, poiché condurrebbe il paese al collasso, andando soprattutto ad incentivare l’operato di nemici e le azioni violente. Le considerazioni di Trump erano volte a lasciar libertà di azione, in particolare, alla Russia, motivo per cui l’odierno Presidente USA ha evidenziato come “L’ammissione di Donald Trump di voler dare a Putin il via libera per ulteriori guerre e violenze, per continuare il suo brutale attacco contro un’Ucraina libera ed estendere la sua aggressione al popolo della Polonia e degli Stati baltici è spaventosa e pericolosa”.

Considerazioni che hanno provocato uno shock generale e il dissenso dell’altra rivale nel contesto elettorale statunitense, ovvero, la Repubblicana Nikki Haley, che ha criticato le parole di Trump rispetto all’incoraggiamento alla violenza russa, denunciando il fatto che stesse appoggiando l’operato di un delinquente.
Il Cremlino non ha presentato alcun commento.