Anche Olanda e Norvegia sospendono il trattato Schengen
L’Olanda e la Norvegia sono gli ultimi due Paesi dell’area Schengen ad aver annunciato di voler introdurre di nuovo dei controlli alla frontiera. I controlli olandesi, che partiranno dal 9 dicembre, dureranno sei mesi e sono stati decisi all’interno della stretta contro l’immigrazione irregolare proposta dal governo guidato dal Partito per la libertà (Pvv) di Geert Wilders, alleato Europa con la Lega di Matteo Salvini.
La Norvegia invece lunedì 11 novembre ha deciso di prorogare i controlli già in atto, fino al primo dicembre. La ministra alla pubblica sicurezza di Oslo, Emilie Mehl, ha motivato la decisione principalmente a causa delle “minacce per obiettivi ebraici e israeliani”. Al momento sono in tutto ben nove i Paesi che hanno sospeso Schengen: Olanda, Norvegia, Austria, Germania, Francia, Italia, Svezia, Slovenia e Danimarca.
L’area Schengen
Come ha ricordato la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, dopo l’annuncio di Amsterdam, la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne nella zona Schengen deve essere adottata in maniera ”eccezionale” ed essere ”strettamente limitata nel tempo”. L’area Schengen è l’area di libero movimento delle persone e delle merci, che ci permette di attraversare liberamente le frontiere in Europa senza passare da dogane e di viaggiare su aerei e navi imbarcandoci semplicemente con una carta di identità, senza bisogno di passaporto, e senza dover sottostare al controllo dei documenti da parte della polizia.
L’area Schengen comprende tutti gli Stati membri dell’Ue – ad eccezione di Irlanda e Cipro – e integra anche Bulgaria e Romania che vi fanno parte solo per frontiere marittime e aeree, ma non ancora per quelle terrestri. Nell’area di libero transito ci sono poi Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. San Marino e la Città del Vaticano sono membri de facto, anche se non ufficialmente. Secondo il codice Schengen gli Stati membri hanno il potere di reintrodurre temporaneamente dei controlli alle frontiere interne in caso di “grave minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza interna”, ma la reintroduzione deve essere applicata come “misura di ultima istanza”, in “situazioni eccezionali,” e deve “rispettare il principio di proporzionalità”.
La durata di tale reintroduzione temporanea è limitata nel tempo, e dipende dalla ragione invocata dal governo che la stabilisce. I controlli possono riguardare sia i confini terrestri che quelli aerei e marini. Per questi ultimi significa ad esempio che quando prendiamo un volo verso un Paese che ha chiuso le frontiere, all’atterraggio dobbiamo sottostare a un controllo dei documenti da parte della polizia di frontiera. Per i controlli dei confini terrestri significa invece che ci saranno nelle strade che portano nella nazione interessata, molti più posti di blocco che effettueranno ispezioni a campione.
La sospensione dell’accordo di Schengen da parte di Olanda e Norvegia rappresenta una misura significativa che avrà ripercussioni sui movimenti di persone all’interno dell’area Schengen. La decisione riflette le crescenti preoccupazioni dei governi europei riguardo alla gestione dei flussi migratori e alla sicurezza interna, specialmente in un contesto di crescente instabilità geopolitica.