Cop29 di Baku. Al centro il dibattito sui carbon credits
Ieri è ufficialmente iniziata la COP29 a Baku, Azerbaigian, un evento di portata globale che riunisce rappresentanti di governi, esperti climatici, organizzazioni internazionali e attivisti per discutere le sfide legate al cambiamento climatico. La COP è l’organo decisionale supremo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). L’edizione di quest’anno si svolgerà dall’11 al 22 novembre e avrà come protagonista l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi che disciplina il mercato globale dei carbon credits.
“Facendo incontrare in modo efficiente acquirenti e venditori, questo mercato potrebbe ridurre il costo dell’attuazione delle ndc di 250 miliardi di dollari all’anno”, ha dichiarato il presidente della Cop29 Mukhtar Barbayev. In questo contesto gli acquirenti sono i paesi industrializzati, in forte ritardo nel loro percorso di decarbonizzazione, e i venditori sono i paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di risorse per proteggere i propri serbatoi di CO2 (come le foreste) o per sviluppare progetti legati alle energie pulite. I due nuovi standard per il mercato dei carbon credits riguardano rispettivamente la rimozione della CO2 e lo sviluppo e la valutazione dei progetti.
La COP29 si presenta con un focus preciso: la resilienza climatica e le strategie per adattarsi agli impatti inevitabili del riscaldamento globale, oltre all’accelerazione della transizione verso energie pulite. Questi temi sono particolarmente significativi, considerando l’aumento di eventi meteorologici estremi e le recenti crisi energetiche che hanno spinto molti paesi a rivedere le loro politiche. L’incontro di Baku mira a consolidare la cooperazione tra i paesi per affrontare con urgenza e concretezza le sfide poste dalla crisi climatica.
Un’inaugurazione controversa
L’evento è stato inaugurato dal presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, il cui discorso controverso ha fatto molto discutere: proprio oggi sul palco della plenaria, prima di passare la parola ai leader mondiali presenti, il presidente azero ha risposto piccato alle critiche ricevute dall’occidente, quelle relative all’organizzazione della Cop in un Paese che vive di petrolio e gas, sottolineando come “petrolio e gas siano “un dono di Dio”. “Due anni fa, l’Azerbaijan e la Commissione europea hanno firmato una dichiarazione sul partenariato strategico nel campo dell’energia. Ma non è stata una nostra idea. È stata una proposta della Commissione europea. Il presidente della Commissione europea è venuto a Baku due anni fa per firmare questo documento con noi. Perché avevano bisogno del nostro gas” ha ricordato Aliyev attaccando la doppia faccia dell’Europa, che chiede più sforzi per tagliare le emissioni ma poi in cerca di gas in Azerbaijan.
Per molti, la Cop29 è una delle ultime occasioni a disposizione per mantenere la temperatura del Pianeta sotto la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale. Pochi giorni prima dell’inizio della conferenza sul clima, il sistema europeo Copernicus ha dichiarato che il 2024 è virtualmente già l’anno più caldo della storia e sarà il 1° anno a superare quota 1,5 gradi. Lo ha ricordato anche l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm) per voce della sua segretaria generale, Celeste Saulo. Aprendo i lavori della Cop29 Clima a Baku, Saulo ha sottolineato che la soglia di 1,5°C non è stata ancora superata, anche se gli obiettivi di Parigi sono gravemente a rischio.