Georgia: alle urne vince il “Sogno Georgiano”

Le recenti elezioni in Georgia hanno scatenato un acceso dibattito politico, evidenziando le profonde spaccature che attraversano il paese, sospeso tra la prospettiva di integrazione europea e l’influenza russa, particolarmente visibile attraverso leggi recentemente adottate che hanno destato forti polemiche in Unione Europea. Il processo elettorale si è chiuso con una vittoria per il partito al governo, Sogno Georgiano, che ha conquistato il 53% dei voti, contro il 38% dell’opposizione pro-europea, un risultato che lascia presagire una Georgia sempre più distante da Bruxelles.
L’euforia del risultato delle elezioni
Alla chiusura dei seggi, sono partiti i festeggiamenti del partito di governo, capeggiati dal primo ministro Iralki Kobakhidze e dall’oligarca Bidzina Ivanishvili, fondatore di Sogno Georgiano, accompagnati da caroselli, fuochi d’artificio e dichiarazioni altisonanti. Ivanishvili, il leader dietro le quinte del partito, ha enfatizzato l’importanza del successo elettorale in un contesto tanto complesso, dichiarando: «È raro al mondo che lo stesso partito ottenga un tale successo in una situazione così difficile».
Dall’altra parte dello spettro politico, la presidente Salomè Zourabichvili, che ha raccolto tutte le opposizioni sotto un’unica bandiera per contrastare il governo, ha condannato l’esito delle elezioni, supportata dalle dichiarazioni di Tina Bokuchava, esponente di spicco del Movimento Nazionale Unito, che ha definito queste elezioni “una vittoria rubata, strappata dalle mani del popolo georgiano per volontà di un oligarca”. Un altro esponente dell’opposizione, Nika Gvaramia, ha sottolineato il clima di tensione e intimidazione, affermando: «Questa non è la Russia né il Venezuela, non riconosceremo questo risultato», facendo eco alla rabbia e delusione che serpeggia tra gli elettori filo-occidentali del paese.
Le denunce di irregolarità delle elezioni in Georgia
Le elezioni georgiane sono state accompagnate da molteplici accuse di brogli e irregolarità. L’International Society for Fair Elections and Democracy ha monitorato la situazione con oltre un migliaio di osservatori, rilevando violazioni su ampia scala, soprattutto al di fuori delle aree occupate dai russi in Ossezia del Sud e Abkazia. Inoltre, le organizzazioni non governative georgiane hanno raccolto centinaia di denunce, riferendo di un clima di intimidazione diffuso e di pratiche elettorali discutibili. Tra le irregolarità segnalate, un episodio emblematico si è verificato a Marneuli, dove un uomo è stato ripreso mentre riempiva un’urna di schede davanti alle telecamere, costringendo le autorità a sospendere temporaneamente le operazioni di voto. Episodi simili sono stati segnalati anche a Zugdidi e Tbilisi, dove numerosi osservatori e rappresentanti dell’opposizione sono stati presi di mira.
Il Dilemma europeo della Georgia
Queste elezioni rappresentano anche un punto di svolta per il percorso di adesione della Georgia all’Unione Europea. Pochi mesi prima, infatti, Bruxelles aveva sospeso il processo di adesione del paese a causa dell’approvazione di due leggi fortemente contestate, una contro le influenze straniere e un’altra volta a limitare la cosiddetta propaganda LGBT. Queste leggi sono viste come un segnale di avvicinamento alla Russia, suscitando le preoccupazioni di gran parte della popolazione e delle organizzazioni internazionali. Da una parte, i giovani georgiani, come Luca, un ragazzo di 19 anni che ha votato per la prima volta, vedono l’Unione Europea come un’ancora di stabilità e progresso. «Chiaramente ho scelto un partito dell’opposizione — racconta — perché spero che verremo ammessi nella UE, in modo da poter rimanere qui con la mia famiglia», riflettendo la speranza che molti giovani ripongono nell’integrazione europea.
D’altra parte, una larga fetta di popolazione più anziana e conservatrice appare diffidente nei confronti dei valori che l’Unione Europea porta con sé. Natela, un’anziana signora di 85 anni, è stata accompagnata al seggio dal figlio e, pur volendo aiutare le giovani generazioni, si è dichiarata pronta a sostenere Sogno Georgiano per preservare i valori tradizionali. Il figlio Mike, di 60 anni, aggiunge: «Noi voteremo Sogno Georgiano perché siamo per mantenere intatti i nostri valori. L’Ue ci vuole imporre regole per noi inaccettabili, come la propaganda omosessuale che qui non arriverà mai, almeno lo spero», confermando così una visione profondamente radicata in quella fascia della popolazione che, rispetto ai giovani, teme un cambiamento radicale nelle norme sociali e culturali della Georgia.
Tra proteste e misure di sicurezza
Nonostante le misure di sicurezza adottate per evitare irregolarità, come l’uso di inchiostro indelebile sul dito di ogni elettore e il divieto di fotografare le schede, numerosi episodi di violenza e disordini hanno caratterizzato il giorno del voto. In vari seggi elettorali, come a Zugdidi, diversi osservatori sono stati aggrediti. Inoltre, i seggi sono stati videosorvegliati e il processo di voto monitorato per garantire la regolarità delle operazioni, ma tutto questo non è stato sufficiente a prevenire tafferugli e incidenti che hanno visto l’intervento delle forze dell’ordine.
Il futuro della Georgia e l’incertezza dell’Unione Europea
L’esito di queste elezioni e le circostanze che le hanno accompagnate gettano una lunga ombra sul futuro della Georgia e sulla sua posizione tra Est e Ovest. Mentre in alcune zone della capitale, come la città vecchia di Tbilisi, i graffiti e i manifesti elettorali riflettono il desiderio di avvicinamento all’Europa, nelle aree rurali il supporto per Sogno Georgiano è più forte. Le tensioni sono ancora alte, e molti georgiani, come Revas, un anziano di 77 anni, non nascondono la speranza in un futuro europeo: «Siamo stanchi di avere paura. Vogliamo la normalità e la prosperità che solo l’Europa ci può dare», un’opinione che, tuttavia, sembra in minoranza tra le generazioni più anziane.
Secondo Sandro, un osservatore quarantenne, gli anziani sono spesso influenzati dalla propaganda filorussa e hanno una mentalità sovietica. «Di solito gli anziani sono più soggetti alla propaganda. I giovani viaggiano e capiscono la democrazia», aggiunge, ritenendo che le nuove generazioni abbiano una maggiore consapevolezza delle libertà europee. In queste parole risiede il cuore del dilemma georgiano, un paese spaccato tra il desiderio di stabilità e sicurezza offerta da Sogno Georgiano e l’aspirazione verso i valori democratici e la modernità che l’Unione Europea incarna.
Questa elezione rappresenta un bivio storico per la Georgia: la sua scelta influenzerà il destino geopolitico del paese e la sua relazione con l’Europa, in un momento in cui l’influenza della Russia si fa sentire sempre più forte e la strada verso Bruxelles appare sempre più accidentata.