Sheinbaum riuscirà a staccarsi da Lopez Obrador?

Claudia Sheinbaum ha vinto le elezioni presidenziali in Messico con un margine di circa 30 punti, e diventerà la prima Presidente donna del suo Paese. Il Partito di Governo Morena (Movimento di Rigenerazione Nazionale), fondato dal suo predecessore e mentore, Andrea Manuel Lopez Obrador (AMLO) avrà la maggioranza dei seggi al Congresso e potrebbe avere una “supermaggioranza” che consentirebbe modifiche costituzionali. Il Partito di Governo sembra sembra anche aver ottenuto buoni risultati in molte elezioni regionali e comunali, tra cui la vittoria di Clara Brugada nella corsa per succedere la Sheinbaum come sindaco di Città del Messico.
Claudia Sheinbaum è una candidata che segnerà la storia del suo Paese. Oltre ad essere la prima donna Presidente del Messico, è un’ebrea laica, figlia di emigranti arrivati dall’Europa. Ha conseguito un dottorato in ingegneria energetica e ha fatto parte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, il che significa che ha la preparazione accademica giusta per affrontare con successo la politica energetica e ambientale del Messico. È un’abile politica e la maggior parte degli osservatori ritiene che abbia fatto un ottimo lavoro come sindaco, gestendo l’economia e la sicurezza a livello municipale meglio di quanto queste siano state gestite a livello nazionale.
Sulla base di queste qualifiche pare abbia tutte le carte in regola per meritarsi la Presidenza. Ma c’è un “ma”. Quasi tutti gli articoli delle ultime sulla campagna della Sheinbaum sono stati in realtà su Lopez Obrador, chiamato da tutti AMLO. Purtroppo, nonostante i suoi tanti titoli, per alcuni osservatori la Sheinbaum non ha vinto queste elezioni per i suoi meriti. Pare abbia condotto una campagna elettorale troppo cauta, nella quale non ha sufficientemente messo in evidenza le differenze con l’attuale Presidente. È stata la macchina politica di AMLO che ha consegnato a Sheinbaum la vittoria alle primarie e
permetterle così di diventare la candidata del Partito Morena e poi la vittoria alle elezioni nazionali. AMLO continua a controllare molte leve del potere, tra cui la base del Partito Morena del quale la Sheinbaum avrà bisogno per governare. Le riforme politiche di Lopez Obrador la porteranno anche a dover affrontare un Referendum di Revoca a metà del suo mandato, lasciandola potenzialmente in balia delle manipolazioni del suo predecessore. In poche parole, il Presidente uscente sta consegnando la Presidenza a Claudia Sheinbaum nel peggior stile tra tutti i Presidenti messicani del XXmo secolo. In molti si sono allora posti questa domanda: riuscirà la Sheinbaum a smarcarsi da AMLO e dal suo programma di “Quarta Trasformazione”?
Quando AMLO si riferisce al suo Governo definendolo come Governo quello della “quarta trasformazione “ della società messicana, si rifà a quelle del movimento per l’indipendenza del Messico dell’inizio del XIXmo secolo, alla Presidenza di Benito Juarez durante la seconda metà del XIXmo secolo e alla rivoluzione messicana dell’inizio del XXmo secolo. Tutti e tre questi momenti storici si contraddistinguono per il miglioramento della democrazia messicana. Tuttavia, è in realtà l’ex Presidente Lazaro Cardenas ad essere il più vicino al pensiero di AMLO in relazione alla trasformazione politica.
Durante la sua carica di Presidente del Messico durante gli anni ’30, Cardenas attuò riforme sociali storiche, come la nazionalizzazione dell’industria petrolifera messicana e la trasformazione di Permex, la compagnia petrolifera statale. Per AMLO, la nazionalizzazione in campo energetico è una parte fondamentale della sua ideologia. Ma, una cosa è prendere Cardenas come esempio a livello filosofico, un’altra applicare i dettagli della sua politica energetica degli anni ’30 al 2020. Gli analisti pensano questo non possa che portare che al fallimento. AMLO ha speso un significativo capitale politico e finanziario per annullare le riforme energetiche degli ultimi decenni e riportare il Messico a quelle degli anni ’30-’70. Ha investito molto nella Permex nel tentativo, in gran parte fallito, di migliorare la prospezione e la capacità di raffinamento. Ha costretto la Commissione federale per l’elettricità a chiudere i progetti di energia solare e utilizzare più olio combustibile per l’elettricità, portando il Messico lontano dal percorso dei suoi impegni climatici presi con l’Accordo di Parigi, innalzando l’inquinamento in molte città.
AMLO ha utilizzato le normative a sua disposizione per espellere le aziende private dagli spazi di stoccaggio e trasmissione dell’energia. Cardenas è stato un Presidente storico perché era un progressista. Anche se non proprio perfetto, anche lui contribuì a migliorare la democrazia e la giustizia sociale in Messico durante gli anni della grande depressione che colpì il mondo degli anni ’30. La “sua” nazionalizzazione dell’industria petrolifera aveva lo scopo di spezzare un piccolo oligopolio di società che voleva controllare la principale risorsa naturale del Paese e i profitti che generava. Questo intervento sulla società messicana e sulla sua economia ha portato alla crescita e alla prosperità.
Il Partito di Cardenas, il Partito Rivoluzionario Istituzionale, o PRI, avrebbe poi però continuato ad annullare in sordina alcune delle sue riforme politiche più audaci e a bloccare, nei decenni successivi, la sua “dittatura perfetta”. Malgrado ciò, il rinnovamento avvenuto nel corso dei suoi sei anni di mandato è stato reale e andava nella giusta direzione. AMLO, al contrario, è stato un Presidente conservatore, se non retrogrado in termini di agenda politica economico-sociale. Se trasformazione c’è stata, è una trasformazione che ha riportato il Paese ai modelli di politica ed economia del XXmo secolo, invece di
trasportarlo nel XXImo. Ha lavorato per modificare il suo Partito Morena nel nuovo PRI, capace di dominare la politica a livello nazionale e locale grazie al clientelismo, la committenza e la manipolazione istituzionale. Il modello economico che genera fa riferimento alla politica industriale degli anni ’60 e ’70. La politica energetica incentrata sulle trivellazioni petrolifere e sulla combustione per produrre elettricità sta danneggiando non solo il Messico, ma tutto il pianeta, senza peraltro soddisfare la richiesta energetica minima del Paese. Ha permesso alle reti di corruzione, comprese quelle gestite dai militari e dai suoi stessi parenti, di prosperare senza indagini o procedimenti giudiziari.
Gli osservatori affermano che, quando AMLO dice di voler andare tranquillamente in pensione, pensa invece di rimanere un burattinaio dietro le quinte e tirare così i fili della politica messicana negli anni a venire. Questo suo modo di operare, a parere di molti, ha portato fuori strada la sua “quarta trasformazione”, snaturandola. Se AMLO ha indovinato qualcosa, è stato riconoscere che il Messico ha bisogno di un’altra trasformazione. Il Paese ha bisogno (e merita) di un leader che migliori la sicurezza, riduca gli omicidi, spezzi le reti di corruzione e influenze politiche e guidi una crescita economica più equilibrata, basata sull’integrazione con i suoi vicini sia a nord che a sud.
La ricchezza del Messico va oltre il petrolio; possiede tutta la terra, i materiali, le risorse naturali per essere una vera potenza elettrica verde, con in più una vivace economia manifatturiera e del terziario. Ecco perché così tanti analisti sperano che Claudia Sheinbaum possa rompere con il suo predecessore, anche se temono che non ci riesca. Sheinbaum si è preparata per tutta la vita a diventare una leader rivoluzionaria. C’è una sapiente regia dietro al modo in cui ha utilizzato AMLO nel gestire e guidare la sua campagna. La questione che ora si trova ad affrontare come Presidente eletto è riuscire a svincolarsi dalla narrativa fallimentare della politica di trasformazione ereditata dal suo predecessore. Questo processo richiederà una raffinata e pulita operazione di netta rottura, che consenta un cambiamento radicale nella politica economica e sociale senza sconvolgere l’equilibrio politico stabilito dal suo influente mentore.
Un primo passo è stato forse fatto. Pochi giorni fa, la Presidente eletta ha incontrato una delegazione americana per discutere le strategie sulla sicurezza, l’immigrazione e il commercio. Il rapporto del Messico con gli Stati Uniti è uno dei dossier più importanti che Claudia Sheinbaum deve affrontare, e giocarsi al meglio, per avere successo anche a livello nazionale.