Iran e Israele: storia dell’amicizia di ieri, fino ai missili di oggi
Il 1 aprile, l’attacco israeliano a Damasco – sede del consolato iraniano – ha avviato una fase inedita dei rapporti tra Iran e Israele, che tutti gli stati osservatori tentano di non chiamare escalation.
Dopo le parole di Hossein Akbari, ambasciatore iraniano in Siria, il quale aveva preannunciato una risposta dura di Teheran, si è arrivati alla sera del 13 aprile: l’Iran ha colpito Israele nei suoi confini con droni e missili, un evento senza precedenti.
I due paesi non sono infatti nemici da sempre, ma i numerosi cambi di regime in Iran hanno storicamente portato ad alti e bassi, a partire dalla rivoluzione di Khomeini.
Quando Iran e Israele erano in buoni rapporti
Da decenni, l’Iran si colloca in funzione anti-israeliana, in maniera più o meno indiretta, ovvero manovrando ed interagendo con forze come Hezbollah (Libano), gli Houthi (Yemen) e le milizie sciite in Iraq.
Tutte dinamiche che, sovrapposte alla questione palestinese, sembrerebbero giustificare l’attacco del 13 aprile.
La verità è però che l’astio tra Iran e Israele non esiste da sempre. C’è chi ha parlato di una serie di “fasi” della storia fra i due paesi, per l’esattezza tre: le prime due sono di amicizia.
Dal 1947 al 1953, l’Iran è governato dalla monarchia assoluta della dinastia Pahlavi. Quest’ultima, nel 1948 (anno della Nakba) si oppone alla proposta dell’ONU di ripartire il territorio palestinese e di fondare due stati, proponendo invece la creazione di un unico Stato federale palestinese, diviso in cantoni arabi ed ebraici.
Ciononostante, l’Iran vede Israele come un ottimo mezzo per avvicinarsi agli USA ed all’intero Occidente, ecco perché riconosce la nascita dello Stato ebraico.
Dal 1953 (anno della nascita della Repubblica Islamica iraniana) al 1979, i rapporti tra le due potenze sono positivi.
Dalla Crisi di Suez a Khomeini
Nel frattempo irrompe nella storia la Crisi di Suez: siamo in pieno conflitto arabo-israeliano, una delle parentesi più ostiche degli anni Settanta. La Guerra dei sei giorni porta alla chiusura del canale, segue poi la Guerra del Kippur.
Nel 1979, la rivoluzione khomeinista rovescia lo Scià in Iran. Si instaura così un regime teocratico, che decide di interrompere le relazioni con Israele, accusato di intromettersi in maniera eccessiva nell’economia iraniana.
Si avvia una fase di cosiddetta “pace fredda” e si compiono molti passi indietro da un punto di vista diplomatico. Continua però una certa collaborazione fra i due paesi, per lo più in segreto, in opposizione all’Iraq di Saddam Hussein.
Dagli anni Novanta a oggi
Negli anni Novanta, l’URSS si dissolve e la sconfitta dell’Iraq porta all’inasprimento dei rapporti fra Teheran e Tel Aviv.
In questo momento, l’Iran inizia a considerare gli USA come una minaccia alla sua sfera di influenza. Israele pensa lo stesso dell’Iran e le due potenze sono ufficialmente nemiche.
Nel 1987, in Palestina inizia la Prima intifada, aspetto che peggiora ulteriormente i rapporti, giacché l’Iran decide di finanziare le milizie palestinesi ed Hezbollah.
Nei primi anni Duemila, con lo scoppio della guerra tra il Libano ed Israele e di quella in Siria, si intensifica l’attività dei Pasdaran iraniani, i Guardiani della rivoluzione.
Arrivando agli ultimissimi tempi, la guerra a Gaza segna un punto cruciale di non ritorno.
Non sono infatti bastati gli Houthi per infliggere l’ennesimo attacco ad Israele, si è passati ai missili e droni della sera del 13 aprile.
Ad oggi, nessuno Stato (al di fuori dei due in conflitto) sembra volere l’escalation, ma le ammonizioni serviranno sul serio o si è ormai avviato un tragico effetto domino?