Grecia vicina al referendum. Tsipras: ‘accordo subito dopo il voto’
Secondo i sondaggi è l’equilibrio tra ‘sì’ e ‘no’ a prevalere quando mancano 2 giorni al referendum col quale i cittadini greci decideranno se accettare il bailout offerto dai creditori internazionali o se lasciare la moneta unica e con essa la ‘zona euro’. Oggi l’Alta corte greca si esprimerà sulla costituzionalità del referendum mentre, nel pomeriggio, si svolgeranno manifestazioni a favore del ‘sì’ allo stadio Kallimarmaro e del ‘no’ in piazza Syntagma.
Qualunque sia l’esito della votazione, il primo ministro ellenico Tsipras ha assicurato che “Il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato” ma il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, davanti al suo Parlamento ha dichiarato che se i greci voteranno ‘no’, sarà “incredibilmente difficile” mettere in piedi un nuovo salvataggio. Tsipras ha però ribadito che con la vittoria del ‘no’ ci sarà una “soluzione sostenibile” per la Grecia. “Questo accordo – spiega – può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il ‘no’, migliore sarà l’accordo”.
Se invece vincesse il ‘sì’, il premier greco si è detto pronto ad avviare “le procedure previste dalla Costituzione” per fare in modo che la proposta dell’Europa diventi legge. In caso di vittoria del ‘sì’, Tsipras ha dichiarato che non metterà la sua “poltrona” al di sopra degli “interessi della nazione”; stessa cosa farà anche Varoufakis, pronto a dimettersi nel caso in cui i cittadini decidano di rimanere nell’area euro.
Mentre le borse e i Paesi creditori attendono l’esito delle consultazioni popolari, il Fondo monetario internazionale ha reso noto che per sostenere il pesante debito greco servirebbero almeno 50-60 miliardi di euro fino al 2018, cifra stimata ma passibile di rialzo considerando l’aumento – contrariamente a quanto ci si aspettava lo scorso anno – della percentuale del rapporto debito-Pil, che dal preventivato 128% è salito fino a quota 150% entro il 2020.
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha inoltre reso noto che l’uscita della Grecia dalla zona euro potrebbe comportare all’Italia 11 miliardi di maggiori tassi d’interesse sul debito. Su quanto riferito dall’agenzia, Renzi ha risposto sostenendo che “se la Grecia uscisse dall’euro, l’Italia non avrebbe problemi economici particolari. La Grecia comunque non uscirà dall’euro, e lunedì dovrà tornare al tavolo dei negoziati, comunque andrà il referendum”.
Davide Lazzini
3 luglio 2015