La governance chiama in causa le parti sociali

Il fattore governance è decisivo per il futuro delle imprese, anche e soprattutto nell’ottica della sostenibilità. Per tale ragione dovrebbe essere tenuto conto a prescindere dagli altri due campi, l’ambientale e il sociale, di cui all’acronimo Esg. A ben vedere, infatti, senza una governance sostenibile, che valorizzi il coinvolgimento degli stakeholders nelle attività strategiche dell’impresa, resta difficile perseguire gli altri obiettivi con accuratezza e trasparenza.
Così, in un contesto di change management per la trasformazione dell’impostazione e della struttura d’impresa, appare opportuno, prima di tutto, prevedere modalità efficaci dei processi decisionali dell’impresa, non limitando la loro partecipazione in termini di sola informazione e consultazione. Alla luce delle sfide di lungo periodo poste dalla sostenibilità, imprese e parti sociali, hanno la responsabilità di un nuovo patto rigenerativo, basato su una dialettica collaborativa e non meramente rivendicativa. Tenuto conto di ciò non si può che confermare e quindi sostenere il ruolo strategico che tutti i corpi intermedi, compresi i sindacati, rivestono per la realizzazione di questi obiettivi.
Va tuttavia precisato che il nostro tessuto economico, composto da un alto numero di piccole e medie imprese, potrà raggiungere obiettivi ambiziosi esclusivamente contemplando criteri di proporzionalità dei costi di compliance verso la sostenibilità, in modo tale da permettere a tutte le filiere produttive di sostenere e sviluppare il posizionamento raggiunto nel proprio mercato, anche, laddove possibile, trasformando tali costi in investimenti per migliorare.