Il vantaggio passa da un fisco amico

In primo luogo c’è il tema del finanziamento d’impresa, a seguire quello del consistente vantaggio fiscale. Se una holding sceglie di puntare su startup e PMI innovative ha possibilità di beneficiare una deduzione ai fini Ires pari al 30% delle somme investite, fino ad un massimo di 1,8 milioni di euro. Il passo successivo per massimizzare i risultati è quello di fare in modo che la holding aderisca ad un equity crowdfunding che finirebbe per agevolare una IPO o mediante un sistema di finanziamento, non ancora presente in Italia, come il direct listing.
I moderni sistemi come il crowdfunding consentirebbero di generare un azionariato diffuso che potrebbe consentire sin dalle fasi iniziali il trading azionario sui titoli appena quotati.
La quotazione in Borsa di una holding PIR, peraltro, può rappresentare una scelta strategica rilevante relativamente ai rapporti con i propri stakeholder. “E’ chiaro – afferma il Segretario Generale di Assoholding – che l’attività di direzione svolta nei confronti delle partecipate è centrale al fine di migliorare i sistemi di gestione e controllo, anche in vista di futuri rapporti con il mercato”. Il Libro Verde del Mef evidenzia le condizioni necessarie per implementare un efficace procedimento di quotazione.
A questo proposito viene rilanciato il ruolo di una chiara strategia di creazione di valore e un’attenta analisi del settore in cui opera la società oltre che del relativo posizionamento competitivo raggiunto.
In aggiunta a questi requisiti un percorso di quotazione deve essere sorretto da una adeguata struttura organizzativa e manageriale che sia in grado di realizzare gli obiettivi degli investitori e andare forte di una governance societaria improntata a tutelare tutti i portatori di interesse.