Eurogreen 2024, ecco come Berlino sta gestendo la questione della sostenibilità agli Europei
Il 27 settembre 2018 la Federazione calcistica della Germania ha scoperto che avrebbe dovuto ospitare l’edizione 2024 degli Europei di calcio. Dopo quella itinerante del 2020, il campionato d’Europa è tornato essere organizzato da un solo paese, la Germania, a scapito della Turchia che, con Erdogan in prima linea, aveva presentato un importante progetto per ristrutturare gran parte degli stadi (l’Atatürk, ad esempio, sarebbe stato ampliato per contenere circa 92mila posti). Si tratta del primo europeo disputato interamente sul suolo tedesco unificato, perché, in effetti, nel 1988, si era presentata soltanto la Germania Ovest e l’attesa era tanta.
Il calcio europeo che conta è quindi tornato in Germania dopo il grande evento del Mondiale 2006. Nove delle sedi scelte sono state riutilizzate anche per questo europeo: Berlino, Dortmund, Monaco di Baviera, Colonia, Stoccarda, Amburgo, Lipsia, Francoforte sul Meno e Gelsenkirchen. Düsseldorf è stata selezionata come decima sede, sostituendo il memorabile – per noi italiani – Niedersachsenstadion di Hannover che, pur soddisfacendo il requisito minimo di 40.000 posti richiesto dall’UEFA, è stato scartato.
Memori dei disastri accaduti durante la finale di Wembley tra Italia e Inghilterra, ben argomentato nel documentario “The Final: attacco a Wembley” disponibile su Netflix, la questione dell’ordine pubblico è sempre stato un obiettivo fondamentale per questa edizione di Euro. Esperti del settore hanno stimato l’arrivo di circa 2,5 milioni di spettatori da 120 diversi paesi del mondo, un qualcosa che va al di là della semplice organizzazione di un evento di portata europea che, pertanto, merita i giusti controlli.
Oltre al dispiegamento di un numero importante di posti di blocco e di sicurezza, sono tantissime le iniziative proposte: dalla Straße des 17. Juni che attualmente è un gigantesco campo da gioco con parco pop-up alle Fan Zone presso la Porta di Brandeburgo e il Reichstag. Ciò che però colpisce, è che la UEFA, per questo evento, di comune accordo con la città di Berlino, ha voluto stabilire nuovi standard in termini di sostenibilità, scendendo in campo con un concetto più globale di rigenerazione sostenibile: il percorso artistico “Radical Playgrounds” al Gropius Bau, ad esempio, affronta il tema della competizione da una prospettiva sociale, mentre nell’ambito del progetto “Green your Game”, le classi scolastiche si sono potute iscrivere a un gioco di simulazione in cui imparano a conoscere i fattori di produzione e distribuzione utilizzando l’esempio dei tessuti sportivi.
Tra ottimizzazione dell’uso delle risorse nelle sedi e nei chilometri percorsi dai tifosi, riduzione delle emissioni, sia sotto forma di CO2 che di emissioni acustiche e luminose e soluzioni più intelligenti per i rifiuti e le acque reflue, Euro 2024 ha gettato le basi per degli standard alti di qualità sostenibile.
In attesa di Italia-Svizzera, ospitata proprio a Berlino, l’obiettivo dichiarato della UEFA per questo europeo è superare i 2,4 miliardi di ricavi commerciali (di spese si stima siano la metà), con 13 sponsor commerciali (tra cui Visit Qatar, il quale, memori dell’ultimo Mondiale, non è proprio un paese in prima linea per quanto riguarda diritti umani e sostenibilità).
Che la Germania possa ritrovare slancio economico grazie a questa manifestazione?