Intervista a Johnny Galecki, Leonard Hofstadter di The Big Bang Theory
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Il protagonista dell’intervista di oggi è Johnny Galecki, Leonard Hofstadter di The Big Bang Theory, serie televisiva che gli ha permesso di ottenere un successo internazionale e conquistare uno smisurato bacino di fan. In occasione di Etna Comics 2019, abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere in conferenza stampa con lui.
Ciao, Johnny! Raccontaci un aneddoto avvenuto sul set di The Big Bang Theory che ricordi particolarmente.
“Una delle tradizioni che sono nate durante The Big Bang Theory è iniziata un po’ come uno scherzo ed era fare un abbraccio collettivo, come una squadra sportiva, prima delle riprese. Abbiamo iniziato il giorno della prima puntata e poi è diventata una sorta di superstizione e tradizione, quindi abbiamo continuato per tutti gli anni e, all’inizio dell’ultima puntata, è stato un momento molto emozionante e triste.”
Com’è stato il primo ingresso a un Comicon da attore di The Big Bang Theory? Hai qualche episodio divertente al riguardo?
“In questi anni siamo andati a circa 8-9 Comicon, ma ricordo particolarmente il primo anno, perché non sapevamo che reazione aspettarci dai fan e che tipo di successo aveva questo show di science fiction. Siamo tutti partiti in treno da Los Angeles a San Diego e, quando il produttore Chuck Lorre ci ha detto che ci attendeva una sala da 7000 persone, ci siamo spaventati grandemente, convinti di non riuscire a riempirla. Alla fine, era gremita e molti fan avevano anche passato la notte lì per riuscire a entrare. È stata una sicurezza per noi, per gli sceneggiatori e per tutti i membri della famiglia di The Big Bang Theory.”
Com’è il tuo rapporto con Leonard?
“Lo sceneggiatore Norman Lear una volta mi ha detto che se ami il tuo personaggio lo potrai interpretare per sempre. Io adoro Leonard, abbiamo molti aspetti comuni caratterialmente, anche se sicuramente lui è molto meno testardo di me.”
Che emozioni hai provato l’ultimo giorno di lavoro sul set di The Big Bang Theory?
“È stato un momento molto importante. Noi tutti gli anni ne parlavamo, facevamo ipotesi su come sarebbe finito ma, per quanto tu possa fare congetture e provare a prepararti al momento, fino a quando non accade non puoi capire cosa succederà e cosa proverai. È stato un giorno molto emozionante, ci siamo lasciati andare ad abbracci, lacrime e tristezza. Gli sceneggiatori hanno fatto un grandissimo lavoro, concludendo tutti i cicli narrativi collegati a ciascun personaggio e dando una piena unità al tutto.”
Ti sei avvicinato al mondo del fumetto interpretando Leonard o era già un mondo che amavi e che ti appassionava?
“Collezionavo fumetti da ragazzino e disegnavo anche, ero un grandissimo fan degli X-Men. Era un mondo a me familiare e ho provato anche a fare il casting di Nightcrawler, ma non sono stato preso. Prima di Leonard però non ero mai stato a una convention di fumetti. Ogni anno è un’emozione fortissima, non sei mai preparato a una cosa del genere, all’energia e alla passione che ti trasmettono i fan quando ti incontrano.”
Dopo più di 10 anni di The Big Bang Theory è diventata ingombrante la figura di Leonard nel tuo quotidiano?
“Non mi dà fastidio essere associato a Leonard perché è davvero una persona fantastica, i suoi fan dimostrano sempre quel calore, quell’affetto e quella gentilezza tipici di Leonard. I personaggi di The Big Bang Theory mostrano sempre le proprie vulnerabilità, quindi tutti li amano particolarmente e danno vita a un circolo di positività.”