Cyberbullismo, nuova legge a tutela dei minori
“Dobbiamo seguire con attenzione e impegno i decreti e i provvedimenti per allinearli con il prossimo anno scolastico”. Lo afferma fiduciosa su Facebook , la senatrice PD Elena Ferrara, dopo il voto unanime della Camera, che ieri ha approvato di fatto, disposizioni ufficiali a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Tra i propositori dell’iniziativa di legge,rimane Paolo Picchio, padre di Carolina Picchio, la ragazza che a soli quattordici anni nel 2013 , si tolse la vita per essere stata vittima di bullismo sul web.
“Le parole a volte fanno più male delle botte “ ha detto Carolina poco prima di morire , eppure suo padre non ha mai smesso di utilizzarle per scrivere, denunciare la tragedia vissuta dalla figlia e domandare il motivo del continuo rimando della legge contro il bullismo minorile . Interrogativi che hanno preso forma nella proposta di legge avanzata dalla Ferrara ( in passato insegnante di Carolina) e approvata il 20 maggio 2015. La legge in discussione in questi giorni alla Camera e al Senato riprende , salvo emendamenti ed aggiunte , molto del contenuto del disegno di legge iniziale.
Nei suoi sei articoli il disegno fornisce ai giovani, semplici coordinate e strumenti di comprensione e lotta al cyberbullismo . Per la prima volta , L’articolo 1 vengono esposte finalità e definizioni. Gli articoli mirano infatti a contrastare il fenomeno del cyberbullismo inteso come pressione, molestia ricatto,ingiuria , denigrazione nonché diffusione di contenuti online o l’isolamento di un minore.
L’Articolo 2 mette invece in mano al minore ultaquattordicenne la possibilità di inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito internet , un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale e nell’eventualità, di avanzare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali .
Novità su tutte quella dell’articolo 3 riguardo il “ Piano di azione integrato”, vale a dire la creazione di un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, presieduto da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione , dell’Interno, dell’università e della ricerca insieme con altre istituzioni.
Dall’ Articolo 4 giungono chiarimenti in merito a quelle che dovranno essere le “linee di orientamento per la prevenzione” e il contrasto “in ambito scolastico”del cyberbulismo , da declinare tanto nella formazione del personale e nell’educazione all’uso consapevole di internet, quanto nella promozione di un ruolo attivo degli studenti nella prevenzione.
Gli articoli 5 e 6 eterogenei rispetto ai precedenti , rimarcano l’attenzione suaspetti finanziari e giuridici . E’ infatti ineludibile per le attività di formazione in ambito scolastico e territoriale , il rifinanziamento del fondo , come attesta l’art. 12 della legge 18 Marzo 2008, per il contrasto della pedopornografia su internet e per la protezione delle infrastrutture informatiche di interesse nazionale.
Di pari importanza, gli ammonimenti introdotti per i minorenni che abbiamo compiuto cyber-bullismo: convocazione del giovane da parte del questore unitamente a un genitore, se minorenne, e cessazione degli effetti dell’ammonimento solo al compimento della maggiore età.
Il passo avanti fatto alla Camera ieri non cancella di certo la preoccupazione riguardo ai dati forniti sul bullismo : già l’ISTAT nel 2014 ha evidenziato come la fascia di ragazzi compresa tra gli 11 e i 17 anni sia stata per il 50% vittima di bullismo e il dato è destinato a crescere se si considerano le vessazioni e minacce via web e smartphone, tragicamente preferite per i connotati di anonimato, pervasività e liquidità che la rete veicola. Telefono Azzurro, impegnata nella tutela di ragazzi e adolescenti, nel suo dossier ha segnalato di aver gestito , dal settembre 2015 al giugno 2016 circa 1 caso al giorno di bullismo e cyberbullismo.
Visto da molti come “il migliore dei mondi possibile “ , l’universo digitale, non manca di ospitare tutte le piaghe e le forme di criminalità presenti nella vita reale, con la sola differenza che qui la lotta da compiere è ben più capillare e convulsa e rischia di trasformarsi in un far west, in assenza di leggi. Affinché le “parole non facciano più male “, bisogna cominciare ad utilizzarne altre , parole che alfabetizzino i giovani e tutelino vite umane. Solo attraverso leggi però , si può passare dalle parole ai fatti.