Ultimatum di Bruxelles all’Italia: stop alle polveri sottili
L’Italia riceve la maglia nera da Bruxelles per l’inquinamento da PM10 dell’aria.
Ieri la Commissione Europea ha aperto la seconda fase della procedura di infrazione contro il nostro Paese per il superamento dei limiti giornalieri e annuali di polveri sottili che, secondo i parametri UE entrati in vigore nel 2005, non possono superare i 50 milligrammi per metro cubo.
In Italia, però ben 30 «zone» sforano queste percentuali. In particolare superano il limite annuale zone ad alta concentrazione industriale come: Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, Pianura lombarda, Torino e la Valle del Sacco nel Lazio.
La violazione dei limiti di polveri sottili nell’aria può costare all’Italia una salatissima multa che potrebbe ammontare fino a un miliardo di euro. Al nostro esecutivo è stata inviata una lettera con un parere motivato affinchè adotti “azioni appropriate” per ridurre le emissioni di particolato Pm10, in quanto “le misure amministrative e legislative adottate finora si sono rivelate insufficienti a risolvere il problema”.
Ora ci restano due mesi per mettere in campo misure per migliorare la qualità dell’aria e per evitare il ricorso della Commissione UE alla Corte europea di Giustizia.
L’Italia non è sola tra i paesi a rischio sanzioni, infatti la Commissione Europea ha aperto procedure di infrazione nei confronti di ben 16 stati membri.
Che cosa è il PM10? Quali rischi per la salute?
Il Pm10 o materia particolata è materiale presente nell’aria derivante da emissioni di energia e riscaldamento, trasporti, industria e agricoltura.
Molto preoccupanti sono i rischi che queste particelle hanno per la salute umana: sono responsabili di asma, problemi cardiovascolari e tumore ai polmoni. Secondo i dati diffusi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, il PM 10 provoca la morte di 66.000 persone l’anno, e l’Italia purtroppo ha le percentuali europee più alte di mortalità.
Un quadro dunque tutt’altro che roseo.
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti si dice pronto a superare la fase di emergenza: “Abbiamo già definito con le Regioni padane un accordo che sarà implementato con nuovi interventi concordati e coordinati e siglato in giugno in occasione del G7 Ambiente a Bologna. A livello nazionale abbiamo in atto interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici privati e pubblici e quindi per ridurre le emissioni civili, interventi per la mobilità sostenibile pubblica e privata con particolare riferimento a quella elettrica e ciclabile“. Ma secondo Legambiente quelle del governo sono “risposte stagionali” che non sono legate a un Piano nazionale per abbattere le emissioni e ripulire l’aria.
Tuttavia l’analisi delle polveri sottili non può fermarsi alla valutazione del superamento dei limiti stabiliti dall’UE, occorre considerare anche la composizione del particolato.
Tale esigenza nasce dalla considerazione che la presenza nel PM10 di differenti sostanze nocive, come metalli pesanti o diossina, può avere un differente impatto sulla salute è, pertanto, importante prenderne coscienza, anche ai fini di una più efficace individuazione delle fonti inquinanti.
Quasi sicuramente, ora, il governo tradurrà il monito di Bruxelles in un provvedimento legislativo ad hoc, ma appare evidente che per migliorare la qualità dell’aria occorre uno sforzo di tutti i cittadini, un cambiamento culturale che ci spinga magari a rinunciare all’auto privata se non necessaria e a non sprecare energia elettrica. La qualità dell’ambiente e di conseguenza della nostra salute dipende anche dalle scelte che compiamo ogni giorno.