Sempre di piu’ i cervelli in fuga dall’Italia
Il bel paese oltre a vantarsi delle splendide bellezze che contiene può anche vantarsi di quello che c’è dietro al così detto Made in Italy. Parole spesso pronunciate nel mondo con un certo orgoglio patriottico. Il genio. Ecco cosa c’è dietro al Made in Italy. La genialità di un popolo che storicamente si è sempre contraddistinto per aver avuto personaggi di rilevanza planetaria.
Partendo da Galileo Galilei, da Antonio Meucci a Guglielmo Marconi fino ad arrivare alla Montalcini scomparsa lo scorso 30 dicembre anche se certamente l’elenco delle eccellenze scientifiche è molto più lungo ma queste personalità rendono l’idea. L’Italia dei guru della tecnologia, della neuroscienza, della fisica, della ricerca spaziale e di molti altri settori deve far fronte, in parte a causa della crisi, ad una migrazione di cervelli. Un dato sconcertante in questo senso è proprio quello delle spese sullo sviluppo e la ricerca nel nostro PIL (Prodotto Interno Lordo), che è ben al di sotto della medi UE, proprio come il numero di brevetti e di ricercatori.
Sostanzialmente si investe sempre meno in conoscenza e il genio è spesso costretto a fare le valigie e tagliare la corda, con la prospettiva di trovare migliori opportunità per soddisfare le proprie capacità e poter porre le basi del proprio futuro.
Le fughe italiane secondo i sondaggi sono indirizzate per la maggior parte nel Canada e negli Stati Uniti. Nel Canada il numero di laureati italiani è di 37.280 (il 12%) mentre negli Stati Uniti sono 94.420 (ovvero il 32%). Anche l’Australia si dimostra un paese importante in questo senso in quanto dispone nel suo territorio di 40.220 laureati (il 13.6%), la vicina spagna ne ospita 7.686 (il 2.6%) mentre la confinante Svizzera accoglie 20.286 laureati italiani (il 6.9%). La Francia ospita 27.372 cervelli italiani (9.3%) e la Germania forte potenza dominante nell’UE offre lavoro a 18.250 italiani mentre il Regno Unito ne ha 25.547 (l’8%). Nel Belgio invece sono 7.421 (il 2.5%). Gli studenti residenti in altre nazioni sono stati quantificati come 14.813 (ossia il 5.1%) nella categoria altri.
Che lavoro svolgono gli stranieri altamente qualificati negli USA ?
La maggioranza dei giovani qualificati negli States svolgono la professione di ricerca e svilupo circa il 17,2%, seguono le Informazioni informatiche l’1.6%, l’insegnamento il 10.%, i servizi professionali il 14.1% ed infine il settore del Managment ed altro per il 14.1%.
Il nostro paese dunque investe poco in conoscenza ma quali sono i paesi che lo fanno maggiormente ?
In base alla percentuali sul PIL della spesa in ricerca e sviluppo il paese che investe di più in questo settore è Israele seguito dalla Finlandia e la Svezia. Subito dopo ci sono la Corea, il Giappone, la Danimarca, la Svizzera Gli Stati Uniti, la Germania, l’Australia, la Francia, il Belgio, l’Islanda, il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Canada, l’Irlanda, la Norvegia, il Lussemburgo, il Portogallo, la Repubblica Ceca, l’Estonia, la Spagna ed ecco finalmente l’Italia. Considerata la posizione conferita all’Italia in questo sondaggio sulla base dei dati inerenti al PIL è facile rendersi conto che nel nostro paese gli investimenti sulla conoscenza sono praticamente nulli. Difficile inoltre constatare il fatto che siamo preceduti da paesi economicamente meno potenti del bel paese.
Fonti:
Dipartimento di Stato USA,OCSE, BBC
Manuel Giannantonio
24 gennaio 2013