Pedofilia, Mattarella: «inchiesta rapida, ampia e severa»

Pedofilia e omertà distruggono il tessuto sociale
Corruzione, clientelismo, voto di scambio, malavita sono termini fin troppo ricorrenti che testimoniano sia la sostanziale mancanza di volontà politica nel debellare in breve tempo queste piaghe che il livello di salute complessivo della società, inquinata non solo da chi sta in alto ma anche da coloro che pur non avendo incarichi istituzionali, in qualche modo traggono beneficio dalla situazione esistente e contribuiscono a mantenerla tale; nefasta e viscosa come uno sversamento di petrolio in un mare già di per sé in aperta sofferenza. Tra questi soggetti possiamo inserire anche i pedofili, persone con ben pochi scrupoli che per un effimero e contorto piacere personale distruggono col loro agire le basi del tessuto sociale, impedendone la rigenerazione. A 2016 inoltrato suona strano parlare ancora di pedofilia ma l’impietosa realtà è proprio questa, un macigno di cui avvertiamo la presenza ma di cui è difficile dare collocazione, protetto spesso da una nebbia di omertà inquietante almeno quanto l’atto di violenza in sé.
Pedofilia, arrestato 43enne
A riprova della presenza del macigno c’è l’arresto – avvenuto ieri – di Raimondo Caputo, 43enne accusato di aver ucciso nel 2014 Fortuna Loffredo (6 anni) gettandola nel vuoto dopo il rifiuto da parte della piccola di soddisfare le brame sessuali del pregiudicato, già finito in carcere per abusi sessuali ai danni di un’altra bimba di 3 anni, figlia della sua compagna. Già questo sarebbe più che sufficiente per indignarsi ma purtroppo c’è da aggiungere la presenza della cortina di fumo generata dall’omertà degli adulti: l’arresto di Caputo, infatti, è stato possibile solo grazie alle informazioni raccolte lo scorso mese di marzo nel corso di un colloquio con un’amica di Fortuna, una bambina che si trova in una casa famiglia in cui, insieme alle sorelline, era stata trasferita dopo l’allontanamento dalla mamma (anche lei accusata di violenza sessuale in concorso) e dal convivente di quest’ultima. Secondo una psicologa che segue da vicino la piccola, eloquente e dirimente è un disegno in cui la bimba raffigura l’orco, a cui dà un nome e un cognome, con delle strisce sul volto, assimilabili a dei serpenti.
Poche ore dopo l’arresto di Caputo, ignoti hanno dato fuoco a una delle finestre dell’abitazione di Caivano in cui la compagna dell’uomo sta scontando i domiciliari in quanto ritenuta complice – per non aver mai denunciato nulla – delle violenze ai danni delle figlie. La madre di Fortuna, invece, venuta a conoscenza del fermo del pregiudicato, ha espresso soddisfazione per aver avuto giustizia ma, ha aggiunto, «quei due devono marcire in carcere». Sulla questione è intervenuto anche Matteo Salvini, che senza mezzi termini ha etichettato Caputo come «un verme per cui la galera non basta: castrazione chimica e lavori forzati, fino alla fine dei suoi miseri giorni». Infine, come riportato da alcune fonti, anche il capo dello Stato Sergio Mattarella avrebbe espresso parole su questo caso di violenza, auspicando che vi sia un’inchiesta «rapida, ampia e severa».