Dario Fo: Lucrezia, una santa in casa Borgia

“La figlia del Papa” è l’ultimo lavoro e primo romanzo del Nobel Dario Fo, 88 anni suonati.
Protagonista, Lucrezia Borgia, figlia del cardinale Rodrigo Borgia che salirà al soglio pontificio nel 1492 con il nome di Alessandro VI. Su di lei per molto tempo si è creata una leggenda nera ad opera dei nemici di famiglia e un alone negativo alimentato da Victor Hugo che nel suo dramma teatrale “Lucrèce Borgia” descrive la donna come scostumata e disinibita, amante degli intrighi e dei veleni, omicida, dissoluta a tal punto da avere rapporti incestuosi con padre e fratello Cesare.
Dario Fo non ci sta! La sua Lucrezia Borgia è una santa che “con i veleni non ha mai avuto a che fare. Lei non ha tramato, non ha ucciso nessuno. È stata soprattutto una vittima, bella e intelligente, nata per sua sventura con il marchio sciagurato dei Borgia”.
Donna brillante e amica di artisti come Ercole Strozzi, Pietro Bembo e Ludovico Ariosto, il nuovo ritratto della Borgia è quella di una dama pia e penitente (appassionata di San Bernardino e Santa Caterina e fondatrice di un Monte di Pietà a Ferrara )madre premurosa e moglie fedele.
Già da tempo in sede storiografica si sta riabilitando la figura di Alessandro VI (Peter De Roo) e soprattutto quella di sua figlia Lucrezia: la Bellonci nel suo “Lucrezia Borgia, la sua vita e i suoi tempi” (Premio Viareggio nel 1939) dipinge una Lucrezia inedita, più vittima che carnefice, colpevole solo di essere donna e bella, usata dalla famiglia per giochi di potere.
Cristian Cavacchioli
10 aprile 2014