Anche Abedini è stato scarcerato

Nella giornata di domenica è stato liberato Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano in carcere a Opera e del quale gli Stati Uniti chiedevano l’estradizione. Abedini era accusato di essere il famigerato “uomo dei droni” e accusato di terrorismo per aver fornito alle Guardie della rivoluzione islamica la tecnologia avanzata che ha causato la morte di tre soldati americani in Giordania. L’ingegnere è già in Iran e non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Decisiva la presa di posizione del Ministro della giustizia Nordio che ha ordinato la scarcerazione per mancati reati e prove ritenute insufficienti. Il reato di associazione a delinquere per violare l’Ieepa ( legge federale che conferisce al presidente di individuare qualsiasi minaccia alla sicurezza nazionale) “non trova corrispondenza nella fattispecie punite dall’ordinamento penale italiano” afferma Nordio e aggiunge “nessun elemento (riferito alle accuse di terrorismo) risulta oggi addotto a fondamento”.
Destini incrociati
Come prevedibile, il caso di Abedini non è slegato al caso di Cecilia Sala, arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre e liberata pochi giorni fa. Il Ministro Carlo Nordio, una volta acquisite le informazioni necessarie, ha firmato la richiesta di annullamento della misura cautelare nei confronti dell’iraniano. Lo “scambio”, se così si vuole chiamare, è avvenuto a giorni di distanza in modo da non offrire all’opinione pubblica nazionale e mondiale l’immagine di uno scambio di prigionieri da tempo di guerra.
La scelta della scarcerazione è avvenuta anche per mancanza di tempo. Impossibile aspettare il 15 gennaio, giorno in cui era prevista l’udienza per decidere le sorti di Abedini. Porte aperte con l’Iran e porte chiuse con gli Usa, probabilmente socchiuse visto che in cambio avranno avuto le informazioni contenuto all’interno dei telefoni e dei dispositivi elettronici dell’iraniano.
Un silenzio che vale più di mille parole
Meno di un mese fa fu il procurate del Massachusetts, Joshua Levy chiese l’arresto e l’estradizione per Abedini. Ora, con la scarcerazione di quest’ultimo, l’attuale amministrazione Biden non potrà rivendicare di aver fatto giustizia su un individuo considerato pericoloso. Tra chi afferma che è stata una decisione presa solo dall’Italia e chi, invece, è certo che senza la collaborazione americana né Cecilia Sala né Abedini potessero trovarsi liberi dopo solo un mese di tempo, la diplomazia italiana si dice soddisfatta.
Trump, prima di insediarsi alla Casa Bianca, il 20 gennaio non è voluto intervenire e ha lasciato che l’affare delicato sia gestito interamente dall’amministrazione Biden per, in futuro, rivendicarlo, proprio contro il partito democratico.