XI comandamento: indossa sempre la mascherina
Non avrai altro Dio all’infuori di Te.
L’estate volge stancamente al termine e la nostra forzata spensieratezza inizia a cigolare al pensiero di “nuove ondate” e relativi probabili lockdown che l’autunno porterà con sé, come ormai da mesi ci ripetono instancabilmente sui principali mezzi di informazione.
La nostra preoccupazione del momento oscilla senza sosta fra l’incertezza economica e la paura sanitaria. Siamo presi in mezzo fra il terrore di ammalarci, noi o i nostri cari, e quello di scampare al possibile collasso socio-economico del nostro paese. Problemi reali e tangibili, che scuotono l’animo di tutti noi.
Ma siamo proprio sicuri che siano quelli da temere maggiormente?
Perché mentre noi siamo intenti a distogliere i pensieri, godendoci le ferie e il mare, aspettando sotto l’ombrellone la fatidica notizia di un miracoloso vaccino, silenziosamente e senza che la gran parte di noi se ne accorga, la nostra società si appresta ad un cambiamento radicale dei propri valori. Questa nuova normalità, fortemente propinata, nasconde, neanche tanto velatamente, una forzatura gravissima: le basi di un processo d’instaurazione di nuovi valori etici e una nuova morale. Un bravo cittadino è colui il quale non infetta con i propri batteri un altro cittadino. Un bravo cittadino è chi non ne fa ammalare un altro.
Non importa come ti comporti, l’importante è che i tuoi germi non invadano lo spazio vitale di un altro individuo.
Ecco dunque che anche la morale, da sempre ritenuta immutabile e non assoggettabile a vincoli esteriori, da sempre considerata causa, e non effetto, del divenire umano, sta iniziando a piegarsi all’inarginabile corrente materialistica del nostro tempo. Il rispetto per l’altro sembra non essere più inteso come necessità per l’elevazione individuale, ma come obbligo organico: “Fa ciò che vuoi, ma tieni i tuoi bacilli lontani!”
Il trionfo definitivo del principio di funzionalità.
La preoccupazione dovrebbe essere forte, invece, perché ogni abominio della storia inizia con la modificazione di ciò che è ritenuto giusto o ingiusto dalla società, di ciò che viene eticamente condiviso, o non. Non a caso tutti i più gravi crimini della storia iniziano sempre con l’accettazione di una nuova normalità considerata disumana fino a poco tempo prima.
Facendo dipendere i principi morali dalla materia rischiamo di recidere anche l’ultimo debole legame dell’Uomo con la sua Spiritualità. Se anche i comportamenti diventassero funzioni, così come già accaduto agli organi umani e, in parte, al Pensare, nulla rimarrebbe più dell’Uomo, se non quello che fisicamente appare di fronte ai nostri sensi. E se tutto il conoscibile è ridotto a mera funzione, come nelle macchine, allora l’Uomo rischia di riconoscere sé stesso solo come tale.
Indirettamente stiamo accettando, giorno dopo giorno, la nostra decadenza allo scopo di divenire conoscitori del nostro piccolo assoluto autoimposto, ponendo da noi i limiti su cui poter agire, senza più nulla da scoprire e da comprendere, perché tutto già svelato.
Dei della materia in un paradiso di ignoranza.