India: l’omosessualità non è più un reato. Nel resto del mondo?

Ieri in India è stata scritta letteralmente la storia: dopo 157 anni infatti non è più un reato l’omosessualità.
Storica decisione
L’omosessualità era considerata fino a ieri come reato contro natura e si arrivava a rischiare la detenzione in carcere a vita. Questa pena era un fossile d’età coloniale ancora vigente che, nonostante non fosse sempre applicata totalmente, aveva comunque contribuito a creare nel corso degli anni un clima di repressione e violazione di diritti specialmente nell’opinione pubblica. La decisione è arrivata dopo che cinque giudici della Corte Suprema hanno raccolto diverse testimonianze, nelle quali hanno riscontrato come la negazione di tale diritto fosse una violazione della Costituzione. Dipak Misra, presidente del collegio che ha emesso il verdetto rivoluzionario ha commentato così la decisione: «Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile». Dopo anni di battaglie finalmente anche l’India ha deciso di fare un passo avanti da gigante, se si considera la situazione fino ad oggi vigente e quella dei paesi limitrofi, verso il riconoscimento dei diritti LGBT. Una decisione simile era già stata presa nel 2009 dalla Alta Corte di Delhi, ma fu poi cancellata dalla Corte Suprema nel 2013. Da ieri, comunica l’ILGA, associazione internazionale delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali, l’India è il 124esimo paese in cui essere omosessuali non costituisce più un reato.
Un rapido confronto
La decisione indiana è tanto più rivoluzionaria se si pensa alle condizioni in cui vivono le persone LGBT nei paesi vicini. Bangladesh e Birmania condividono quella che era la stessa legislazione indiana fino a qualche giorno fa, ovvero l’articolo 377 del codice penale, di origine coloniale. L’asia intera, purtroppo, così come il medio oriente, presenta una situazione tuttora drammatica per le persone omosessuali. In molti paesi, tra i quali Cina, Nepal, Mongolia, Thailandia, Vietnam e molti altri ancora, gli omosessuali non sono riconosciuti e quindi non godono di alcun diritto in quanto coppia. Le situazioni più problematiche rimangono comunque nei paesi islamici, qui infatti essere omosessuali è punibile con l’incarcerazione o la lapidazione: Iran, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Afghanistan, Arabia Saudita, Yemen e l’elenco non è completo. L’Africa, tranne in alcuni casi in cui non vi è un reato, ma al contempo neanche un riconoscimento, e l’eccezione del Sud Africa in cui le coppie omosessuali sono comparate a quelle eterosessuali, si contraddistingue per una diffusissima presenza di reati per le persone omosessuali in tutto il continente, punibili con l’incarcerazione a vita, la pena di morte. Questa è la tragica constatazione che ci troviamo a fare se osserviamo i diritti LGBT per almeno 70 paesi africani: Algeria, Angola, Burundi, Senegal, Somalia, Tunisia, e molti altri.
In Europa la situazione è chiaramente più avanzata, ma per molti paesi rimangono ancora dei passi in avanti decisamente lunghi da fare. I paesi del nord sono da anni un esempio in questo caso: le coppie gay hanno gli stessi diritti di quelle eterosessuali in Norvegia, Svezia, Finlandia, ma anche Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito (in Irlanda vi è solo il riconoscimento delle coppie civili). La parte meridionale rimane invece un po’ più indietro, con un faticoso e lungo percorso che ha portato nel corso degli anni al riconoscimento sollo delle coppie civili, come in Italia, Slovacchia e Grecia. I paesi prima facenti parte dell’Unione Sovietica sono invece il fanalino di coda, nella maggior parte dei casi non vi è il riconoscimento delle coppie LGBT, come in Ucraina, Bielorussia, Lituania, Lettonia, Bulgaria e Serbia.
Legge e società
Il problema più grande da affrontare, però, in paesi considerabili anche avanzati sotto questo punto di vista, rimane la coscienza di tutte le persone che compongono la società. Creare una coscienza civile collettiva per la quale si ritenga l’omosessualità non come un atto da punire. L’esempio più triste è l’Italia, dove nonostante il riconoscimento delle coppie civili e la precedente assenza di un reato per l’omosessualità, i casi di omofobia sono ancora diffusissimi. Encomiabile, senza alcun dubbio, una legge che permetta di avere più diritti alle persone LGBT, ma il raggiungimento del vero traguardo si avrà quando una persona gay, lesbica o transessuale non sarà più picchiata per strada o discriminata in base alla sua sessualità. Fondamentale è dunque partire dall’educazione, dalla cultura e quindi dalla scuola prima di tutto, con l’obiettivo di creare una società giusta veramente, perché tale non potrà mai essere considerata fino a quando una persona non potrà essere libera di essere sé stessa.