Per la Redenzione di Sion: scoperta a Gerusalemme una moneta del 70 d.C.

Piccola, di bronzo, pochi millimetri di diametro e tutto il bello della scoperta archeologica: la nuova scoperta rinvenuta nel Giardino Archeologico di Gerusalemme – Davidson Center, durante una recente campagna di scavi è una moneta risalente all’ultimo anno prima della distruzione del Secondo Tempio (70 d.C.).
In un singolo oggetto, così prezioso, tutta la testimonianza diretta della storia. Coniata nel corso della Grande Rivolta giudaica contro Roma, la moneta porta l’iscrizione “Per la Redenzione di Sion” in antico ebraico.
Il reperto è stato rinvenuto all’angolo sud-occidentale del Monte del Tempio da un’équipe dell’Autorità Israeliana per le Antichità, in collaborazione con la Città di David e la Società per la Ricostruzione del Quartiere Ebraico, con il sostegno finanziario dello Shalem Project e della Fondazione Città di David. Ma cosa ci racconta questo piccolo oggetto che è giunto fino a noi?
La storia fino a noi
La moneta risale ad una fase drammatica della storia di Gerusalemme, all’epoca sotto assedio e isolata. Sul dritto della moneta è raffigurato un calice, simbolo legato al culto del Tempio, accompagnato da una scritta in antico ebraico: “LeGe’ulat Zion”, ovvero “Per la Redenzione di Sion”. Sul rovescio sono rappresentati un lulav (ramo di palma) e due etrog (cedri), elementi rituali della festa di Sukkot, insieme all’indicazione cronologica: “Anno Quattro”.
Il significato dell’iscrizione è quanto di più interessante c’è in questa scoperta archeologica: secondo gli studiosi, infatti, negli anni precedenti la formula “Per la Redenzione di Sion” non esisteva, ma al suo posto si usava “Per la Libertà di Sion”. Un particolare innocuo, ma che suggerisce un cambiamento spirituale e politico importantissimo nei sentimenti del popolo ebraico, che non più colto da euforia e speranza di liberazione politica, abbracciava per la prima volta un senso attesa di una salvezza provvidenziale. E tutto questo è riconducibile ad una semplice moneta.
Un ritrovamento simbolico
La moneta, scoperta da Levy stesso, durante le attività sul campo, “è un dono inatteso”, racconta l’archeologa Esther Rakow-Mellet. “A pochi giorni dal Tisha B’Av, il giorno che ricorda la distruzione dei Templi, ritrovare questa moneta proprio nei pressi del Monte del Tempio ha un valore non solo archeologico, ma anche umano e culturale”:
Anche Yuval Baruch, direttore degli scavi, sottolinea il significato storico della scoperta: “Il cambiamento lessicale da libertà a redenzione segnala un passaggio profondo nella percezione della lotta. I simboli religiosi presenti sul rovescio – il lulav e gli etrog – richiamano le festività del pellegrinaggio, forse a evocare speranza in un miracolo che non sarebbe mai arrivato.”
La moneta sarà esposta per la prima volta durante l’estate presso il Campus Nazionale Jay e Jeanie Schottenstein per l’Archeologia di Israele, a Gerusalemme, in occasione delle visite guidate organizzate nei mesi estivi.
Nel frattempo, sabato 8 agosto, in prossimità del Tisha B’Av, si terrà come ogni anno la commemorazione “Come si frantumano le pietre”, con la lettura del Rotolo delle Lamentazioni accanto ai resti archeologici che documentano le fasi finali della Gerusalemme del Secondo Tempio.
A distanza di venti secoli, questa piccola moneta continua a parlare. Con la sua grammatura e il suo spessore, in una manciata di lettere incise nel bronzo descrive, strato dopo strato, racconta una terra e un popolo carichi di memoria.