Spazio, sviluppo e sostenibilità: il dialogo tra Italia e America Latina per una crescita innovativa

Nella quiete elegante del secondo piano dell’IILA, in Via Giovanni Paisiello, il 3 giugno si è aperta una finestra sul futuro. Un futuro dove i satelliti osservano la Terra non per controllarla, ma per proteggerla. Dove i dati spaziali diventano semi per nuove forme di agricoltura sostenibile. Dove Italia e America Latina si incontrano non solo come partner geopolitici, ma come compagni di viaggio nell’innovazione.
Il ciclo di incontri dedicati alla cooperazione scientifica e spaziale tra Italia e America Latina ha vissuto ieri una delle sue tappe più intense: un’intera mattinata dedicata a formazione tecnologica, agricoltura sostenibile e applicazioni spaziali, con un dialogo fitto tra scienziati, istituzioni e agenzie dei due emisferi. Ieri, 4 giugno, l’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana, ha riunito nelle sue sale esponenti di governi, università, agenzie spaziali e centri di ricerca, sotto un’unica visione: usare la scienza dello Spazio per migliorare la vita sulla Terra.
Ad aprire la giornata, i saluti di Giorgio Silli, Sottosegretario agli Esteri e Delegato del Governo italiano presso l’IILA, e di Antonella Cavallari, Segretario Generale dell’Istituto che hanno ribadito l’importanza del legame tra Europa e America Latina in chiave di sviluppo condiviso e sostenibile.
Dall’orbita alle aule: investire sul capitale umano
Il primo panel, “Sviluppo e attuazione di programmi di capacity building”, ha acceso i riflettori su un aspetto spesso trascurato nei discorsi spaziali: le persone. Non basta avere satelliti, occorrono menti formate per interpretarli, governi preparati a usarli, territori capaci di accogliere la tecnologia.
Moderato da Maria Chiara Noto (ASI), il panel ha messo a confronto esperienze concrete da America Latina e Italia. Marco Rusconi (AICS) e Marco Lisi (MAECI) hanno illustrato l’impegno italiano nel rafforzare le capacità locali, mentre voci provenienti da Repubblica Dominicana, Messico, Uruguay e Costa Rica hanno raccontato un continente in fermento, giovane, pronto ad abbracciare l’innovazione.
Un passaggio particolarmente sentito è stato l’intervento di Brenda Lidia Escobar Méndez, dell’Agenzia Spaziale Messicana. Il messaggio è stato chiaro: il futuro si costruisce insegnando, scambiando, fidandosi delle generazioni che verranno.
Coltivare il cielo per nutrire la terra
Dopo il coffee break, è stata la volta del secondo grande tema della giornata: agricoltura e dati satellitari. Un dialogo affascinante su come lo Spazio possa aiutarci a coltivare meglio la Terra.
Nel panel, moderato dalla colombiana Ingrid Paola Hernández Sierra, accademici e tecnologi si sono alternati per raccontare un mondo in evoluzione: serre spaziali, coltivazioni in ambienti controllati, monitoraggio delle risorse agricole via satellite.
Un’alleanza per il pianeta
Non sono mancati momenti di confronto acceso durante l’incontro che si è chiuso senza annunci roboanti, ma con qualcosa di forse più potente: una visione condivisa. Quella di una alleanza tra emisferi, tra competenze e risorse, tra conoscenza e necessità, per affrontare insieme sfide globali che non conoscono confini.
In un contesto in cui la corsa alla tecnologia rischia spesso di diventare autoreferenziale, l’incontro promosso dall’IILA ha invece evidenziato la bellezza di un sapere condiviso, che nasce dallo scambio e si nutre di esso. La presenza congiunta di ospiti diversi ha dato concretezza a un concetto altrimenti astratto: la scienza come bene collettivo e leva di sviluppo equo.
Particolarmente significativa è risultata la capacità di intersecare le questioni tecnologiche con quelle sociali e ambientali. La scelta di porre l’accento sul capacity building, ad esempio, rivela una consapevolezza rara: che l’innovazione, senza una base umana solida, rischia di essere sterile o inaccessibile.
Questo tipo di approccio — integrato, multilivello, orientato al lungo periodo — rappresenta una delle chiavi più promettenti per affrontare le sfide del nostro tempo, prime tra tutte la supremazia dello spazio e la sua regolamentazione.