Finlandia, terra di frontiera

“Confine. In politica, la linea immaginaria fra due nazioni che separa gli immaginari diritti dell’una dagli immaginari diritti dell’altra” (Ambrose Gwinnett Bierce)
La terra dai mille laghi è stata per secoli strettamente legata alla storia della penisola scandinava profondamente segnata dalle turbolenti relazioni con i popoli e i paesi limitrofi.
Prima dell’avvento degli svedesi, intorno al IX secolo, la popolazione finlandese era composta da tre grandi gruppi etnici: i Finni, i Careli e i Sami. Non disponendo di una solida unità politico-amministrativa, durante il XII secolo, il paese iniziava ad attirare l’attenzione della Svezia, a maggioranza cattolica, e della Russia, prevalentemente ortodossa. Nel 1155, il re di Svezia, Erik IX, conosciuto come Il Santo, e il Vescovo di nazionalità inglese, Henrik di Uppsala, univano le forze per intraprendere una crociata volta alla conquista del territorio finlandese e alla conversione degli ultimi pagani: fu la prima delle lente e progressive vittorie ottenute a discapito degli interessi russi. Nel XIII secolo, la Svezia dominava la regione di Carelia, vasta area dell’Europa settentrionale, confinante con la Russia, e costantemente contesa tra le due potenze. Nel 1323, veniva firmato il Trattato di Nöterborg, con il quale si poneva fine ai continui scontri militari, riconoscendo alla Svezia, la Carelia Occidentale, mentre alla città russa di Novgorod, il controllo dell’Ingria e della Carelia Orientale. Con tale accordo si tracciava il confine che avrebbe determinato il differente sviluppo socio-culturale del territorio finnico nei secoli successivi: una parte meridionale che entrava nel mondo europeo occidentale, e una settentrionale coinvolta gradualmente nell’orbita della Russia ortodossa. Se l’espansione della Svezia garantiva alla Finlandia, sicurezza e protezione per resistere ad eventuali attacchi e aggressioni capillari, agli occhi dei russi, il rafforzamento del paese, appariva come una cruda provocazione contro la quale era necessario agire. Tuttavia, le sorti della Finlandia cambiarono con l’arrivo delle guerre napoleoniche: il re di Svezia, non aderendo all’alleanza francese contro l’Inghilterra, spinse ingenuamente Napoleone a favorire la Russia. Sul finire dell’800, la Finlandia era considerata al pari degli altri domini dell’impero russo, e ogni speranza di una sua possibile separazione veniva spenta dalle politiche panslaviste dello zar Nicola II. I freddi confini dell’Europa settentrionale stringevano la loro morsa sui territori finnici, fissati e imposti dai vessilli imperiali. Il 6 dicembre del 1917, tra le grida dei rivoluzionari bolscevichi, le potenze monarchiche perdevano il controllo delle lande, consentendo alla Finlandia di raggiungere la sua indipendenza, dichiarata e riconosciuta l’anno successivo dalla nuova Russia sovietica. Nonostante fosse stato liberato dalla rivoluzione, nel periodo delle due guerre mondiali, il governo finlandese, non preoccupandosi di migliorare le proprie difese, subì le conseguenze delle clausole segrete stipulate tra Germania e Unione Sovietica: ancora una volta, il paese si ritrovava ad oscillare tra le diverse zone di influenza.
“Solo un Paese ci ha invasi nell’ultimo secolo, ed è stata l’Urss. Mio nonno combatté la Guerra d’inverno e ne so qualcosa. Poi la nostra fiaba nazionale parla di bambini rapiti e portati in Russia, mentre il nostro primo romanzo storico è ambientato negli anni della russificazione. Noi non dimentichiamo.”(Sofi Oksanen)
Con il 1948, la Finlandia firmava quel trattato di amicizia, collaborazione, e assistenza reciproca con l’Unione Sovietica, poi annullato inseguito alla caduta dell’URSS. Ulteriori cambiamenti coinvolsero il paese che ormai indipendente, membro dal 1955 delle Nazioni Unite e del Consiglio Nordico, ha incrementare la sicurezza contro l’influenza Russa, realizzando un apparato militare compatibile con gli standard della NATO. Adottando una politica di neutralità e allineamento, la Finlandia ha cercato di difendere il proprio territorio vincolato dai particolari confini, conservando, dalla sua indipendenza, istituzioni democratiche e meccanismi di cooperazione occidentali.
Mieleniminuntekevi, aivoniajattelevi lähteänilaulamahan, saa’anisanelemahan, sukuvirttäsuoltamahan, lajivirttälaulamahan. Sanatsuussanisulavat, puhe’etputoelevat, kielellenikerkiävät, hampahillenihajoovat. | Nella mente il desiderio mi si sveglia, e nel cervello l’intenzione di cantare, di parole pronunziare, co’ miei versi celebrare la mia patria, la mia gente. mi si struggon nella bocca, mi si fondon le parole, mi si affollan sulla lingua, si sminuzzano fra i denti. (Elias Lönnrot) |