Cucuzza 2.0. Da Retesole parte una nuova avventura
Michele Cucuzza, tra i volti più amati del giornalismo televisivo, 20 anni trascorsi in Rai tra conduzione di tg e programmi di approfondimento come “Unomattina” e soprattutto “La vita in diretta”, dove resta al timone per 10 anni, dopo un periodo di allontanamento dalla TV, sceglie Retesole (canale 87 del digitale terrestre) per la sua “rinascita” sul piccolo schermo. E lo fa con “Michele incontra…” un nuovo format settimanale, in onda ogni venerdì alle 21.00 per 17 puntate, che ha debuttato la scorsa settimana.
Il merito di questa nuova collaborazione è del direttore generale della tv locale, Marco Finelli, che ha saputo rilanciare l’emittente con un progetto editoriale di tutto rispetto, con il quale ha entusiasmato anche un professionista del piccolo schermo, molto seguito dal grande pubblico, come Michele Cucuzza.
Abbiamo intervistato in esclusiva il direttore generale di Retesole Marco Finelli.
Come è nata questa collaborazione?
M.F. «E’ stata una mia idea; ho conosciuto Michele Cucuzza e, dopo aver parlato a lungo con lui, ho pensato di coinvolgerlo in questo progetto. Un programma bello, stimolante, di approfondimento giornalistico come è nel suo stile, con ospiti di livello, ma con una location d’eccezione, ovvero gli Studios di Cinecittà World, che si sposano perfettamente con l’intento di far “sognare” lo spettatore.
Una delle finalità del programma è proprio quella di far entrare il telespettatore in una realtà diversa dalla propria, che può essere quella descritta dall’astronauta Umberto Guidoni e raccontata attraverso i suoni e le immagini che vive chi sta nello spazio, o quella che vede protagonista la principessa Elettra Marconi, che svela i retroscena delle invenzioni realizzate dal padre, il celebre Guglielmo Marconi.
Tanti ospiti, appartenenti a mondi diversi, dalla scienza, al cinema, alla politica, alla musica, con i quali intraprendere un viaggio alla scoperta di una storia, di un racconto di vita.»
Come è stato lavorare con Michele Cucuzza?
M.F. «Mi hanno colpito molto la sua scrupolosità e la sua professionalità. Per Cucuzza lavorare in Rai o a Retesole non fa differenza, per lui è importante che ogni puntata sia curata alla perfezione.».
Come è stato accolto dalla critica il nuovo format?
M.F. «Questa esperienza mi ha portato a fare una distinzione tra pubblico e critica, che non sempre vanno a braccetto. Di certo non fanno piacere i commenti di qualcuno che sui quotidiani ha voluto sminuire il passaggio di Cucuzza a Retesole e che poi nei titoli ha dimenticato di mettere un’ acca dove serviva, ecco, in questo caso tali “critici” si qualificano da soli.
Ciò che a me interessa davvero sono le opinioni del pubblico, che leggo attraverso i feedback che ricevo quotidianamente via mail, al telefono o soprattutto, in una realtà più a misura d’uomo come Perugia, nei bar.
Cosa vuol dire per Retesole avere nella propria scuderia un giornalista molto seguito come Cucuzza?
M.F. “Per noi è un passo per il rafforzamento di un’emittente che ha già saputo fare da trampolino di lancio per molti validi professionisti ed è l’occasione per farci conoscere anche al di fuori dei confini regionali. Nel complesso è stata un’esperienza molto positiva che lo stesso Cucuzza ha vissuto con entusiasmo, il che mi rende molto orgoglioso.”