La vera storia di Babbo Natale, un uomo molto più credibile di tanti altri

Prendendo le sante parole di uno dei reel migliori di @cucinare_stanca , si ci siamo stufat*!
Voi qualcosa, anche piccola, ma ve la dovete leggere, perché quando litigheremo con qualcuno poi lo vedremo quell’ abisso di nulla, e stracolm* di storie, frasi, racconti e saggi, magari ci piangeremo anche davanti quel vostro incolmabile vuoto; forse sarà la misericordia, o la troppa presa di coscienza di quanto siano diversi gli animi di ogni singolo umano, ma si forse piangeremo!
Melodrammatiche/ci poi no! Perché se abbiamo sentito citare Cime Tempestose dalla nostra amata foodblogger, noi risponderemo con Antigone di Sofocle : ” «Non mi avrai, Creonte, né domata, né persuasa. Ti sguscerò tra le ombre dei pensieri, troverai la spada dei miei implacabili argomenti conflitta nel midollo delle tue risoluzioni, sarò entrata dentro il tuo recinto. Mi avrai come una lima di dubbio e di rimorso, nel sonno e in ogni gesto di arbitrio e di potere. Mai ti libererai di me.»
Quindi no!!!!!
Melodrammatica/o- e/o pesante anche no se una sera scriviamo un mi manchi, o mandiamo due messaggi in più perché magari non abbiamo idea di come ci chiamiamo in quel momento!
Forse saremo solo stranite dal fatto di aver capito che la vita è un grande transatlantico di cui abbiamo appreso esserne solo i passeggeri sul ponte ubriachi di cocktail, e manco per il cazzo gli straordinari capitani coraggiosi.
La nostra pesantezza è la vostra leggerezza, la nostra leggerezza è la vostra pesantezza, il nostro eros sono i vostri due etti di finocchiona al supermercato e i nostri etti di finocchiona il vostro eros.
L’amore non è più azione di guerra o poesia , ma un rapido incidente di cui si fa di tutto affinché non ne resti nulla.
Se la prima parola messa in prosa fu: “Ira”, oggi uno dei segreti vincenti per catturare (secondo alcuni) l’attenzione di qualcheduno è aprire un messaggio dopo ore e rispondere in monosillabi, e se per caso dovessi sottolineare il tuo dissenso dinanzi così tanta non curanza probabilmente verreste tacciati di assenza dell’aggettivo must del momento, che solo a pronunciarlo tutti i cavalli della Frauver Blücher nitrirebbero : “leggerezza”.
Pensando che magari questa sia una tattica per aumentare l’interesse.
Eravamo veramente avanti quando eravamo veramente indietro.
Parlavamo di ira.
Ah a provarne!
Privi di storie e cuori istruiti quindi non definiteci grazie.
Leggete piuttosto la vera storia di Babbo Natale. Primo perché è periodo, e secondo perché tornando al principio dell’articolo: qualcosa dovrete anche leggere!
Per capire Babbo Natale dobbiamo prima parlare di un altro uomo aprendo bene gli occhi per svelare alcuni misteri. San Nicola nacque a Patara, una città greca della Licia nel 270. Secondo gli studi archeologici e storiografici, è veramente esistito: troviamo il suo nome in alcuni documenti sul Concilio di Nicea nel 325.
Della sua infanzia non si hanno notizie certe perché spesso i documenti confondono la sua figura con quella di un altro Nicola, un monaco che fu vescovo nella stessa regione ma a Pinara. In alcune ricostruzioni San Nicola fu figlio unico in una famiglia molto ricca e sin da piccolo aveva già mostrato i segni della sua santità: alcune scritture attestano che per rispettare l’astinenza prescritta dalla Chiesa cristiana al tempo, poppasse una sola volta al giorno il mercoledì e il venerdì.
Una delle poche certezze è che fu vescovo a Myra (oggi Demre in Turchia): era molto amato dalla sua comunità e la tradizione vuole che alla sua morte, avvenuta per vecchiaia tra il 345 e il 352, le sue reliquie abbiano sgorgato un olio profumato dai poteri miracolosi.
La sua popolarità si sarebbe fermata a Myra se tra il VII e l’VII secolo Bizantini e Arabi non avessero combattuto per la supremazia sul mare. Quando i bizantini vinsero, dedicarono la vittoria a San Nicola e da santo locale diventò il santo di tutta la dominazione dei bizantini arrivando prima a Rome e Gerusalemme e poi diffondendosi in Russia e in tutto il resto del mondo.
Il suo aspetto è alto magro e ritratto vestito sempre in verde e bianco, quasi a ricordare un elfo buono.
Tutti abbiamo sentito dire almeno una volta che il rosso del vestito di Babbo Natale è un’invenzione pubblicitaria della Coca-Cola. Secondo queste voci Archie Lee, l’allora direttore marketing dell’azienda, per promuovere le vendite, nel 1935 inventò una pubblicità che raffigurava Babbo Natale in abito rosso.
Questa altro non è che una leggenda.
Innanzitutto la primissima pubblicità di Babbo Natale in rosso risale al 1923 realizzata da WhiteRock, una bevanda tonica. Poi basta guardare le icone di San Nicola per notare come principalmente indossasse abiti rossi e bianchi (in alcune raffigurazioni sì, c’è anche il verde ma sono nettamente inferiori e sempre e comunque coperte da abiti talari rossi).
Come è nata questa leggenda dell’abito verde? È colpa (o merito) di uno scrittore, Charles Dickens, e il suo romanzo “Il canto di Natale”. Nel libro Ebenezer Scrooge riceve la visita dei tre spiriti del natale. Lo spirito del Natale presente è, appunto, Babbo Natale che indossa un abito verde, forse per simboleggiare la speranza.
Anche la fisionomia di San Nicola non è per niente uguale a quella di Babbo Natale. Anche in questo caso, l’immagine che noi abbiamo di Babbo Natale la dobbiamo allo scrittore Clement Clarke Moore che nel 1822 scrisse il poema “The night before Christmas” (da non confondere con Nightmare Before Christmas, l’iconico film di Tim Burton).
When, what to my wondering eyes should appear,
But a minature sleigh, and eight tiny rein-deer,
With a little old driver, so lively and quick,
I knew in a moment it must be St. Nick.
[…]
Down the chimney St. Nicholas came with a bound:
He was dress’d all in fur, from his head to his foot,
And his clothes were all tarnish’d with ashes and soot;
A bundle of toys was flung on his back,
And he look’d like a peddler just opening his pack:
His eyes – how they twinkled! His dimples: how merry,
His cheeks were like roses, his nose like a cherry;
His droll little mouth was drawn up like a bow,
And the beard of his chin was as white as the snow;
The stump of a pipe he held tight in his teeth,
And the smoke it encircled his head like a wreath.
He had a broad face, and a little round belly
That shook when he laugh’d, like a bowl full of jelly:
He was chubby and plump, a right jolly old elf, And I laugh’d when I saw him in spite of myself;
A wink of his eye and a twist of his head
Soon gave me to know I had nothing to dread.
Quando, con mia grande sorpresa, vidi
Una slitta in miniatura tirata da otto minuscole renne
E guidata da un piccolo vecchio conducente arzillo e vivace;
capii subito che doveva essere Babbo Natale.
[…]
Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo.
Era tutto vestito di pelliccia, da capo a piedi,
tutto sporco di cenere e fuliggine
con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli,
sembrava un venditore ambulante
sul punto di mostrate la sua mercanzia:
I suoi occhi – come brillavano! Le sue fossette: che allegria,
Le guance rubiconde, il naso a ciliegia;
La bocca piccola e buffa arcuata in un sorriso,
la barba bianca come la neve;
teneva tra i denti una pipa,
e il fumo circondava la sua testa come una ghirlanda.
Il viso era largo, la pancia rotonda
Sobbalzava come una ciotola di gelatina quando rideva:
era paffuto e grassottello, metteva allegria, e senza volerlo io scoppiai in una risata.
Mi fece un cenno col capo ammiccando
E la mia paura sparì.
La poesia divenne così famosa grazie alla pubblicazione sul Troy Sentinel, un giornale di New York, e da quel giorno Babbo Natale diventò come tutti lo conosciamo. L’uomo che nella notte di Natale scende dal camino per portare doni ai bambini buoni.
Perché diciamocelo i bambini non sono tutti buoni, anzi probabilmente da adulti in un atto di mancato rispetto chiederebbero in risposta :
“ Leggerezza”.
PS:
Leggere attentamente le avvertenze il pezzo è ironico e sappiamo che i lettori di 2duerighe, sono degli ottimi lettori.