Death Note | Questo mondo fa schifo: Prima o poi tutti gli umani muoiono!
Death Note è un manga Giapponese appartenente alla categoria shōnen (lett. ragazzo) di genere psicologico-poliziesco, scritto da Tsugumi Ohba con i disegni di Takeshi Obata, edito in Giappone dalla Shueisha e portato in Italia dalla Panini Comics.
Raito (che si scrive con l’ideogramma “Tsuki” che significa “luna”, e per questo tradotto con il nome Light) Yagami è un diciassettenne, studente modello del liceo, altrettanto bravo quanto cinico.
E’ tediato dalla sua vita e da quello che lo circonda, ed è in particolar modo disgustato dal mondo e dalla sua ingiustizia. Ryuk, invece, è uno Shinigami, un dio della morte, che come tutti i suoi “colleghi” vive una vita vuota e noiosa, con l’unico scopo di togliere la vita agli umani per allungare la propria.
Ryuk, per sconfiggere la noia, decide di abbandonare il suo Death Note nel mondo degli umani: all’apparenza un semplice block notes, in realtà basta scrivere il nome di qualcuno su quest’ultimo, rispettando determinate regole, per decretarne la morte.
Light, dopo aver trovato il quaderno, decide di utilizzarlo per cambiare il mondo, mentre Ryuk, lo osserva divertito.
La mano di Takeshi Obata è veramente in grazia divina nella realizzazione di questo manga: il disegno è superbo e permette di comprendere gli stati d’animo dei personaggi, spesso complessi, anche solo guardando le contrazioni dei muscoli sui loro volti. Anche gli ambienti e i fondali sono molto curati e, soprattutto, rendono appieno l’atmosfera che si deve respirare all’interno di un thriller.
Di certo Death Note non è il classico shonen ricco d’azione: qui la sfida tra i protagonisti non si gioca a colpi di kung-fu, di pistola e attraverso corse sfrenate su automobili, ma tutto ruota su una sorta di partita a scacchi, nella quale ognuno cerca di anticipare le mosse dell’altro per prenderlo in contropiede e metterlo sotto scacco. Se ci si avvicina a questo manga nell’attesa di assistere a una grande mole d’azione tipica del genere, si rimarrà delusi; bisogna armarsi di pazienza, e leggere tutti i dialoghi con estrema calma essendo pronti anche a tornare indietro per rileggerli integralmente: solo in questo modo si potrà entrare appieno nella mente dei personaggi, con tutta la loro intricata logica, e godersi appieno la genialità di questo manga, diverso da qualsiasi altro del suo genere.
L’unico vero “problema” che si presenta all’interno di questo manga è la grande differenza che si può notare tra la prima parte e la seconda; evitando di svelare troppo, alcuni avvenimenti porteranno a dei drastici cambiamenti a un certo punto della storia trasformandola notevolmente: Se la trama risultava fino a questo momento lenta e giocata sulle battaglie mentali tra i personaggi, nella seconda metà si trasforma in qualcosa di più piccante, ricco di azione e con un ritmo più incalzante: non che questo sia necessariamente un male, ma purtroppo anche un ricambio tra alcuni personaggi non sarà all’altezza, in quanto alcuni nuovi protagonisti non saranno degni dei propri predecessori.
Nonostante tutto, in conclusione, Death Note non è certo il capolavoro assoluto e definitivo che alcuni decantano, ma lo reputiamo senza dubbio un must have nella propria collezione per tutti gli appassionati del genere, quantomeno per la sua particolarità, per la sua elevata capacità di coinvolgere e per come riesca a farci entrare in un mondo surreale che vale senza dubbio la pena visitare, e ricordate: dopo la morte vi è il Mu!
Di Fabrizio Recchiuti