Verso la luce come falene – Numi
Nuovo appuntamento con Fiori di cemento, ritorna Numi, giovane rapper romano, metriche, talento e contenuti da vendere. Sul pezzo da qualche anno, è trai più promettenti della scena capitolina: la profondità letteraria e l’intensità sonora delle sue tracce mostrano tutto il suo valore.
Ciao Francesco, torni a trovarci su Fiori di Cemento. E’ da poco uscito il tuo nuovo album “Falene”, forte degli stessi temi di “Ostracismo” accompagnati da un “nuovo” sound. Come pensi irrompa questo disco sulla scena rap romana?
Ciao Fiori di Cemento, premetto che questo nuovo disco, Falene, non ricalca interamente gli stessi temi di Ostracismo, può approfondire alcuni argomenti già affrontati, rielaborandoli in una chiave più autobiografica. Permane sicuramente uno stato d’animo di “evasione”, “esilio”, “diversità” che ha caratterizzato il lavoro precedente, ma in questo caso la metafora della falena si connette a un immaginario onirico, oscuro, legato agli aspetti più controversi e antitetici della mia vita. Ho ricevuto molti apprezzamenti dai miei amici e colleghi nella scena romana e non. Sono felice che sia stato recepito in modo positivo, nonostante un tentativo di innovazione delle sonorità. Vuol dire che il lungo periodo trascorso dal concepimento alla realizzazione è stato già in parte ripagato, ora vedremo come si evolverà nei prossimi mesi.
Ho parlato di “nuovo” sound, perché tu stesso nella precedente intervista avevi alluso a questa evoluzione sonora, che, se vogliamo, c’è stata nell’ultimo anno per gran parte del rap italiano. In che modo tu e Depha avete concepito i beat di “Falene”?
Entravo in studio con un’idea o ascoltavo un beat che Depha aveva già preparato per me appositamente, lo rielaboravamo, lo riascoltavamo. Non ti nascondo che abbiamo scartato molti brani per ottenere una maggiore compattezza e coerenza del progetto. Un aiuto determinante è stato quello di Andrea Mondi che ha missato il disco e ha fatto i master, rendendosi sempre disponibile e modellando un suono secondo le nostre aspettative.
“Ostracismo” si ricollegava ad un senso di “alienazione”, come tu l’hai definito. La falena cosa rappresenta in questo progetto artistico?
La falena è un animale notturno ed è sempre stata trascurata per il suo aspetto al contrario della farfalla. Si dice che le falene a costo di raggiungere la luce si bruciano, questo rappresenta la determinazione per il raggiungimento di un “obiettivo”. La falena è trasformazione. Come ho detto in precedenza è legata al mondo onirico, secondo alcune credenze è portatrice di presagi. Per la mia esperienza personale la falena è un animale affascinante e simbolico.
Hai chiesto ai tuoi follower di Instagram quale fosse per loro la miglior traccia dell’album; la tua qual è?
Ti direi “Falene”, forse quella più sentita anche se non è il pezzo più “esplosivo”. Come avranno già detto anche altri per i loro progetti, mi piacciono tutte le tracce del disco, dalla prima all’ultima. Proprio perché è stata fatta una selezione e una revisione accurata di tutti i brani non mi sento di svalutarne alcuno. Da “Via da Qui” che è più riflessivo a “Spinto in Zona II”, un banger assieme al mio broda Yamba che saluto.
Nel disco hanno partecipato Yamba, William Pascal, Sedato Blend, pochi mesi fa è uscito un pezzo con Gianni Bismark: con chi vorresti collaborare in futuro?
Vi siete dimenticati dello zio Gast, che mi ha subito spinto senza chiedermi nulla, ha creduto in me dai primi ascolti e con cui si è creato un feeling anche a livello personale. Un saluto va anche a lui che ha partecipato a “Prigioni di Carta” insieme a Wlliam Pascal fratello di palchi e serate folli. Detto sinceramente io non mi faccio problemi di affiancamento o discriminazioni inutili, per cui collaborerei con tutti, tutti gli artisti che musicalmente valgono e hanno una propria identità, tranne gli spocchiosi e gli infami.
Dario e Michele, protagonisti dell’omonimo brano di “Falene”, sembrano dei personaggi di “Non essere cattivo”, un film di Caligari. Un ritratto realistico: cosa diresti, da rapper emergente, ai giovani?
Ho visto “Non essere cattivo”, tra l’altro nel film l’attrice che interpreta la madre di Cesare è la zia del mio migliore amico. Nonostante questo posso smentire di essermi ispirato direttamente al film anche se riconosco un’affinità argomentativa. La storia di Dario e Michele è la storia di chi lo sa.
Come emergente direi ai giovani che per “emergere” serve determinazione, ambizione e originalità. Ma finché non sarò “emerso” del tutto non posso saperlo. Inseguite i vostri sogni, non quelli degli altri. Sognate se non avete ancora un sogno. Studiate che fa sempre bene.
“Tutto quello che mi resta è un obiettivo”, si sta avvicinando?
Anche quando avrò raggiunto l’obiettivo (se riuscirò), avrò sempre un obiettivo, è tutto quello che ho.