Bab el Mandeb, una pietra miliare occultata del fumetto

La grandezza di tutti gli autori di romanzi storici, da Walter Scott a Umberto Eco, passando per Alexandre Dumas, è quella di far interagire personaggi realmente esistiti con quelli puramente funzionali sul grande palcoscenico della storia.
Ed è esattamente questa grandezza che caratterizza Bab el Mandeb, uno dei più virtuosi lavori di Attilio Micheluzzi, una pietra miliare del fumetto che, per troppo tempo, è rimasta occultata. Pubblicato per la prima volta in dieci puntate da gennaio a ottobre 1986 sulla storica rivista antologica Corto Maltese, venne poi ristampato in un unico volume nel giugno del 1987 da Rizzoli-Milano Libri, per poi scomparire sino alla riedizione curata da NPE.
Ambientato sullo stretto di Bab el-Mandeb che collega il Mar Rosso al Golfo di Aden, Bab el-Mandeb segue le vicende di due uomini e due donne che sembrano non avere legami tra loro, ma che si ritroveranno protagonisti di un’avventura bizzarra e pericolosa: consegnare due autoblinde all’esercito etiope.
È il 1935 e in Etiopia (allora chiamata Abissinia) stava per iniziare la più grande campagna coloniale della storia che vide contrapposte l’Impero Italiano guidato da Mussolini e l’Impero Etiopico guidato dall’imperatore Hailé Selassié. L’Italia fascista del Duce voleva vendetta per la sconfitta subita dalle truppe italiane ad Adua nel 1896 e mirava inoltre a creare un vasto impero coloniale in Africa per affermare la sua potenza e compensare la mancanza di materie prime; Mussolini vedeva l’Etiopia come un territorio chiave per controllare le rotte commerciali nel Mar Rosso e contrastare l’influenza britannica nella regione, soprattutto sullo stretto di Bab el-Mandeb, crocevia del mercato degli schiavi.
La storia inizia proprio durante i fermenti che precedono l’invasione dell’Etiopia: Micheluzzi ha voluto ritrarre con precisione l’affascinante paesaggio e la complessa realtà geopolitica di quella zona di confine, caratterizzata dalla presenza di molteplici attori – potenze occidentali, regimi autoritari, fazioni indipendentiste – in costante competizione per il controllo delle rotte commerciali e delle risorse naturali.
Fin dalle prime pagine, il lettore viene catapultato in un mondo di intrighi internazionali in cui i protagonisti devono destreggiarsi tra alleanze instabili e interessi contrapposti. La trama si sviluppa attraverso una serie di eventi concitati e imprevedibili, con colpi di scena e svolte inaspettate che mantengono alta la tensione narrativa. Micheluzzi dimostra una maestria nel dosare sapientemente l’azione, la suspense e i momenti di riflessione, creando un delicato equilibrio tra l’avventura tipica del genere spionistico e una visione più ampia e complessa della realtà geopolitica.
Oltre alla componente d’azione, l’autore dedica ampio spazio all’approfondimento dei personaggi, rivelando le loro motivazioni, le loro debolezze e i loro conflitti interiori.
Dal punto di vista formale, Bab el-Mandeb rappresenta l’apice del virtuosismo grafico di Micheluzzi: il disegno, estremamente curato e dettagliato, cattura magistralmente l’estetica del genere spionistico, con sfondi realistici, inquadrature dinamiche e un uso sapiente della luce e dell’ombra. L’autore dimostra un’eccezionale abilità nel rendere le ambientazioni e i paesaggi, ricostruendo con dovizia di particolari la variegata geografia dell’Egitto, dalla sabbia del deserto alle coste rocciose, dalle città affollate ai piccoli villaggi sperduti.
Bab el-Mandeb è un’opera di grande spessore che coniuga l’avvincente trama da thriller spionistico con un’attenta analisi della complessa realtà geopolitica del tempo.
Grazie all’eccellente lavoro di ricostruzione storica e geografica, all’abilità narrativa di Micheluzzi e al suo virtuosismo grafico, il fumetto offre al lettore un’esperienza immersiva e coinvolgente, in grado di trascendere i confini del genere per raggiungere una dimensione più ampia e riflessiva.