I primi passi del neoeletto Presidente della Repubblica: Fosse Ardeatine e messa domenicale

ROMA — La prima immagine del nuovo Presidente della Repubblica è quella di un uomo che si sposta a bordo della sua vecchia Fiat Panda grigia.
È entrato così nella casa di quanti aspettavano la fine fine delle votazioni e dello scrutinio, facendo la spola tra la Corte Costituzionale e la casa della figlia. Qui, tra mura domestiche e familiari, ha atteso con i nipoti la fine dello spoglio delle schede.
La sua riservatezza ha vinto anche in questi primi istanti da nuovo Presidente, nei quali le poche parole cariche di emozione sono state non le sue ma quelle del figlio Bernardo, felice ed orgoglioso per quel papà «già indaffarato e consapevole delle difficoltà dell’incarico».
La sua voce, in veste ufficiale, la si sente durante l’incontro con i giornalisti, nel salone del Palazzo della Consulta. Il suo «primo pensiero» è rivolto alle difficoltà e speranze degli Italiani, «questo basta».
Il primo gesto pubblico invece è la visita alle Fosse Ardeatine, sempre accompagnato dalle sue «poche» parole, che pronunciate in questo posto storico rimandano all’unità nazionale, alla tradizione democratica dell’Italia e ad un fermo no al terrorismo.
Famiglia, istituzioni e riservatezza, in queste tre vocaboli c’è Sergio Mattarella.
Anche oggi, nonostante il ruolo istituzionale, il messaggio che vuole trasmettere è la normalità di una vita, mantenendo le abitudini di sempre, andando a messa in centro, nella chiesa dei Santi Apostoli, e tornando a piedi alla Foresteria della Consulta, dove abita. Segnali questi di una vicinanza agli italiani attraverso gesti semplici e quotidiani, anche se il suo ruolo, con il peso che gli compete, semplice e routinario non è.
Una volta arrivato a casa Mattarella sente telefonicamente Carlo Azeglio Ciampi; una chiamata nella quale manifestare la sua gratitudine per quanto fatto per il bene del Paese, sentendosi vicino a lui in un momento che «tu puoi capire bene quali siano le mie preoccupazioni», queste le parole di Mattarella.
Ora il lavoro, nell’attesa del giuramento con rito solenne di martedì 3 febbraio, è quello finire quanto rimasto in sospeso come Giudice della Corte Costituzionale e di definire lo staff presidenziale.
Martedì sarà ufficializzato il suo insediamento da dodicesimo Presidente della Repubblica con un cerimoniale che prevede gli onori militari, il suono delle campane di Montecitorio, i ventuno colpi di cannone a salve del Gianicolo, la Lancia Flaminia 355 decapottabile, l’inno nazionale e l’Altare della Patria per onorare i caduti.
La destinazione finale sarà quindi il Quirinale, dove arriverà scortato da Corazzieri a cavallo per aprire il nuovo settennato.
Paola Mattavelli
1 febbraio 2015