Immigrati: l’Europa bacchetta l’Italia

di Luca Bolli
Dura presa di posizione da parte del Commissario del Consiglio d’Europa per i Diritti Umani
L’Italia deve passare “da misure coercitive, come gli sgomberi forzati e le espulsioni, ad una politica di inclusione sociale, anti-discriminatoria”. È questo il sunto del rapporto stilato dal Commissario del Consiglio d’Europa per i Diritti Umani, Thomas Hammarberg, e riportato quest’oggi sul sito dello stesso organo europeo.
Il punto più pressante della relazione riguarda la denuncia della politica razzista portata avanti spesso dagli stessi partiti di governo: “misure efficaci per contrastare questo fenomeno sono necessarie – ha dichiarato Hammarberg – comprese le iniziative di autoregolamentazione da parte dei partiti e una vigorosa attuazione delle disposizioni di diritto penale contro i reati di razzismo”.
Il Commissario ha inoltre tenuto a specificare la necessità di una presa di coscienza da parte di tutti per quanto riguarda la storia delle etnie Sinti e Rom, per poter meglio favorire la reciproca comprensione all’interno della società. I recenti sgomberi forzati e le espulsioni hanno spostato anche l’attenzione sul campo del diritto internazionale che, stando alle parole del Commissario, sarebbe stato violato in più punti dallo Stato italiano: diritto alla casa, diritti umani, diritto all’istruzione, non sono punti derogabili. Tutto questo discorso anti-razzista non sembrerebbe facilmente impiantabile all’interno del tessuto sociale italiano se, come ribadisce Hammarberg, spesso è la stessa polizia a portare avanti un comportamento razzista e discriminatorio.
Sul fronte degli ultimi sbarchi dal Nord Africa, spinti in Italia dalla crisi dei paesi mediterranei del continente, il Commissario auspica che sia messa in prima linea la sicurezza e la vita degli immigranti e che le scaramucce tra stati ed i cavilli diplomatici non mettano a repentaglio il soccorso di tanta gente disperata: “è fondamentale – dichiara – che in tutti i casi in cui i migranti siano in pericolo in mare, la loro sicurezza debba godere di priorità assoluta rispetto a qualsiasi altra considerazione, compresa l’eventuale mancanza di chiarezza e di accordo sulle responsabilità di soccorso, in particolare tra Italia e Malta”.
In un punto del rapporto il Commissario sembra aver voluto in qualche modo bacchettare anche il “sistema Europa” per quanto riguarda la politica comune di accoglienza. Ha infatti denunciato come “l’incremento di arrivi dal Nord Africa abbia esposto chiaramente il disperato bisogno per l’Italia e l’Europa a fare di più per assicurare che i diritti dei migranti, compresi i richiedenti asilo, siano rispettati”.
Se bastassero le parole potremmo finalmente aspettarci una politica finalmente comune dell’Unione Europea alla prossima crisi migratoria e non solo una corsa allo scarica barile tra uno stato e l’altro. Certo è che le parole del commissario dovrebbero far riflettere molto per quello che riguarda lo sviluppo della futura società multiculturale italiana che, piaccia o no, è un fatto irreversibile e, oramai, scontato.