Adotta una guglia: raccolta fondi per salvare il Duomo
Non è una novità assoluta e, di tanto in tanto, succede che viene lanciato un appello dalla Veneranda Fabbrica, per salvare le guglie del Duomo di Milano, attaccate dalle lesioni del tempo ed anche dai tagli del contributo statale annuale, che si riduce sempre più.
Così lo scorso 19 giugno è stata lanciata la campagna ufficiale di raccolta fondi straordinaria, perché sono diverse le guglie che necessitano di manutenzione urgente. L’ingegner Benigno Mörlin Visconti, direttore dei lavori, ha spiegato: «sei sono seriamente compromesse, se non agiamo subito rischiano il crollo. Per le altre abbiamo un margine di tempo più ampio, ma si tratta ugualmente di lavori urgenti».
Purtroppo il marmo di Candoglia, di cui sono costituite le guglie, invecchiano inesorabilmente, mentre i soldi si riducono e dei 5 milioni di finanziamento statale, su cui si poteva contare fino al 2008 si è prima ridotto per poi bloccarsi per tre anni. Ora a seguito del recentissimo emendamento salva Cattedrale, nelle casse della Veneranda Fabbrica confluiranno 4 milioni di euro, ma ne mancano almeno altri 15 per poter completare i lavori di restauro in cantiere.
Da qui la nuova campagna che si rivolge agli imprenditori e alle grandi famiglie milanesi, perchè salvare il Duomo per la città di Milano è importante, in quanto costituisce un punto di identità dei milanesi e dell’intera regione lombarda, appellandosi alla loro generosità nonostante l’avversa congiuntuira economica.
Proprio per dare l’esempio Antonio Intiglietta, Presidente e Amministratore Delegato di Ge.Fi. annunncia che al prossimo c.d.a. si deciderà di adottare una guglia e poi precisa: «Di fronte alla crisi, ogni imprenditore è chiamato a un surplus di impegno per rispondere al bisogno di chi sta male». Poi prosegue:«Questa campagna rientra in questa logica perché l’investimento totale sarà di oltre 13 milioni di euro, che significa mettere in moto l’economia, creare e dare lavoro». Concludendo:«La cattedrale è patrimonio di Milano e del Paese, rappresenta la nostra storia e la nostra bellezza. Spero che le istituzioni si rendano conto che il supporto permanente è doveroso: altrimenti, non avremmo capito chi siamo».
Sebastiano Di Mauro
27 giugno 2012