Elezioni a Berlino: crollo della Merkel, la SPD alla ricerca di coalizioni
Secondo segnale di allarme per la cancelliera tedesca in due settimane. Dopo il risultato delle ultime elezioni regionali nel Mecklenburg-Vorpommern, che avevano relegato la CDU della Merkel al terzo posto quasi due punti percentuali sotto la destra estrema dell’Afd, a Berlino si ferma al 17,6% incassando così uno storico risultato negativo. I socialdemocratici della SPD escono vincitori dalla competizione con un 21,6%, un risultato insufficiente per esprimere una maggioranza. Si profila per la capitale una complicata soluzione a tre; tra le varie geometrie politiche possibili sembra per ora più realistica una alleanza “rot-rot-grün” composta da SPD, sinistra della Linke e Verdi.
Anche se vincitrice, la SPD non può certo cantar vittoria, sia per la modestissima percentuale, sia se si presta attenzione alle variazioni dalle elezioni precedenti: i socialdemocratici arrivano a lasciare sul campo un -6,7%. “Non è un buon risultato” commenta Michael Müller, il candidato della SPD “ma è un risultato in cui in ogni caso la SPD risulta la prima forza politica”. A far da eco c’è il -5,7 della CDU.
L’Afd invece si conferma nuovamente come una forza politica rilevante attestandosi al 14,2%. È certo un buon esito per il partito anti-immigrati che non era neanche presente alle precedenti elezioni per la capitale del 2011. Tuttavia è un risultato che non va neppure sovrastimato, dato che nel conteggio generale figura in ogni caso al quinto posto. Tra gli argomenti che hanno avuto maggior peso nella competizione, oltre al tema dei migranti e dell’integrazione, ci sono giustizia sociale, scuole e istruzione, il problema degli affitti.
Questa tornata elettorale non consegna certo un buon segnale nelle mani dei due partiti di governo, CDU e SPD. Gli esiti delle ultime consultazioni non possono che indebolire la Merkel sul piano della politica interna, dove sembra si registri una generale disaffezione per la cancelliera e dove gli ultimi risultati elettorali registrano una tendenza alla diminuzione dei consensi per i partiti tradizionali, erosi da attriti al loro interno e dall’ormai annoso problema della gestione dei flussi migratori. In questione non sembra essere tanto la politica delle “porte aperte” della Merkel per i richiedenti asilo.
Per quanto riguarda Berlino, va notato che il 70% degli elettori ha scelto dei partiti che si fanno sostenitori di una politica favorevole all’accoglienza. Ciò di cui soffre la politica tedesca è forse un generale senso di insicurezza che, più che legarsi alla scelta secca tra accettazione o rifiuto, coinvolge sia gli interventi messi in campo per la gestione dei migranti, giudicati non risolutivi, sia la mancanza di una soluzione su lungo periodo. La politica dell’accoglienza acquista così i contorni di un problema costante, su cui non sembrano in vista soluzioni definitive, riproponendosi così come nervo sensibile del dibattito tedesco – e non solo.