Ennesima tragedia, in 200 perdono la vita nel Mediterraneo
Il Mediterraneo ha visto un’ennesima tragedia nella notte: due barconi sono andati a picco al largo delle coste libiche e in 200 persone hanno perso la vita.
Uno dei due era salpato dal porto di Zuwara, ai confini con la Tunisia e trasportava circa 400 migranti. Di questi, all’arrivo della Guardia Costiera libica, solo 200 sono stati tratti in salvo e traspostati presso il centro di detenzione di Sabratha, ad ovest della città di Tripoli.
Diverso il destino per gli altri 200 che completavano l’imbarcazione, di cui 160 sono stati trovati che galleggiavano in mare, solo corpi ormai, privi di vita e gli altri 40, anch’essi cadaveri, intrappolati nella stiva. Tutto questo è avvenuto ad un chilometro dalla costa che si erano appena lasciati alle spalle.
Le vittime, questi disperati, provengono dalla Siria, Bangladesh e diversi paesi dell’Africa sub-sahariana.
È riuscita a sventare una tragedia la Guardia Costiera italiana, traendo in salvo nel porto di Reggio Calabria la motonave “Fiorillo”. Nonostante la tempestività, dei 250 migranti trasportati dalla nave, 4 hanno perso la vita. Tre delle vittime, donne, sono morte per esalazioni di benzina e un uomo, è morto per annegamento.
Secondo l’ONU in 300mila sono stati i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2015 e di questi, 2500 hanno perso la vita nel sogno di raggiungere un’Europa libera dai conflitti dove poter vivere quasi sicuramente in povertà, ma sicuramente liberi.
Con un ripetersi di queste tragedie, purtroppo all’ordine del giorno, innumerevoli sono le polemiche e lo sdegno in merito.
Deciso stamane si è mostrato il Movimento 5 Stelle che sta diffondendo la proposta di un “Piano Merkel”, sulla falsa riga del vecchio piano Marshall.
Un piano di finanziamenti che potrebbero esser tratti da una parte dei Pil dei Paesi Europei e destinare questo denaro all’Africa, per organizzare ospedali, centri e quanto altro di cui si necessita.
Altra proposta avanzata dal Movimento è quella di arrestare la produzione delle armi, di cui l’Italia è il quinto paese produttore al Mondo.
Insomma, è indubbio che ogni Paese europeo deve muoversi, ma concretamente, non con belle frasi, muoversi per evitare che le nostre acque al risveglio da ogni notte debbano piangere cadaveri di persone disperate.
A questo punto, con l’ennesima tragedia di stamane, è ancor più evidente ciò che da tempo era chiaro: la migrazione epocale a cui assistiamo, non saranno certo carri armati e fili spinati a fermarla!
Francesca Trapani
28 agosto 2015