Atene, vince il ‘no’ di Tsipras. “La democrazia non può essere ricattata”
ATENE- “Abbiamo dimostrato che la democrazia non può essere ricattata”. Queste le parole del premier greco Alexis Tsipras dopo il risultato del referendum popolare indetto per scegliere se accettare o meno le proposte dei creditori europei. Un ‘no’ che si aggira intorno al 61% dei voti. Un rifiuto netto alle condizioni (o ricatti come li definiscono da Syriza) dettate dall’Ue, un rifiuto a voce alta contro l’austerità. “Il No – ha sottolineato il premier ellenico- non è una rottura con l’Unione Europea. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa, che cambierà il dibattito in Europa”.
“La Grecia” ha continuato Tsipras- “da domani vuole sedersi di nuovo al tavolo delle trattative: vogliamo continuarle con un programma reale di riforme ma con giustizia sociale riarticolando la questione del debito, non solo per la Grecia ma anche per l’Europa”.
“I greci hanno detto un coraggioso ‘No’ a cinque anni di ipocrisia e all’austerità”, ha commentato poi il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. Il ‘No’ di oggi è un grande sì alla democrazia”- ha detto. “Da domani l’Europa inizia a guarire le sue ferite, le nostre ferite, ha aggiunto Varoufakis.
Nonostante le parole dei vertici di governo greci, sono in molti a temere forti ripercussioni finanziarie. Secondo Jp Morgan l’uscita della Grecia dall’euro è cosa certa, anche se la Grecia – ha fatto sapere il portavoce del governo di Atene – “farà tutti gli sforzi possibili per arrivare presto ad un accordo” con i creditori, “anche nelle prossime 48 ore”.
Anche il premier Matteo Renzi, domani mattina alle 9.30 incontrerà il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a Palazzo Chigi per analizzare gli effetti del referendum greco.
Un referendum che ha già portato qualche malumore. Secondo Spiegel online la cancelliera Angela Merkel si sarebbe lasciata andare ad uno sfogo: “La politica di Alexis Tsirpas” – avrebbe detto- è ‘dura e ideologica’, e il premier greco lascia andare il paese ad occhi aperti contro un muro.
Di altro tipo, ma pur sempre di malumori si tratta, sono quelli di Antonis Samaras, che aveva fatto campagna per il ‘Sì’ e che si è visto costretto a dimettersi da leader dell’opposizione greca di Nuova Democrazia dopo i risultati.
Da domani e nei prossimi può succedere di tutto. Certamente –come sottolineato anche Matteo Renzi- l’Europa dovrà tornare a parlarsi.
Luigi Carnevale
05 luglio 2015