Alice Weidel, la leader dell’estrema destra tedesca LGBTQ+

Ad oggi, la data stabilita per l’elezione del nuovo governo in Germania, è il 23 Gennaio e quattro sono i candidati alla cancelleria: Friedrich Merz per l’Unione Cristiano-Democratica, Olaf Scholz per il Partito Socialdemocratico, Robert Habeck per i Verdi e … rullo di tamburi, Alice Weidel per l’AfD, partito politico tedesco di estrema destra. E’ lei la leader più dibattuta della Germania, nonché dell’Europa intera. Una figura controversa per quelli che nella storia, tendenzialmente, in materia di geopolica, sono stati gli “standard” seguiti dalla destra tradizionale.
Alice Weidel, 46enne tedesca, nonostante le sue posizioni conservatrici, rompe gli schemi con la sua personalità: originaria di Gütersloh, laureata in economia aziendale ed economista di grandi banche, quali Goldman Sachs e Bank of China. Attualmente vanta 328.500K di seguaci su Tik Tok, 265K su Instagram e 536K su Facebook. Una vera e propria influencer! Ovviamente i punti forti, quelli che la rendono nota al grande pubblico e chiacchierata in tutto il continente, sono altri: la leader dell’estremo partito di destra è gay. E ancora… vive insieme alla compagna, originaria dello Sri Lanka, con cui cresce due figli adottati. Si può dire che, in realtà, sia perfettamente in linea con quelli che per molti, ma non per tutti, sono considerati gli attuali criteri di progresso. Decisamente “inaspettata” è uno degli aggettivi che più si addice alla candidata cancelliera. Ovviamente nella sua propaganda non mancano post-verità e fake-history, come quella secondo cui Hitler si definiva “un comunista”, tesi surreale da lei sostenuta per mettere in risalto le differenze tra “loro e lui”.
Elon Musk, patron della Tesla e paladino del partito di estrema destra, coglie la palla al balzo e, per rispondere alle accuse di estremismo rivolte all’AfD in questi giorni, afferma ironicamente: «Vi sembra Hitler? Dai», come a sottolineare ulteriori discrepanze tra le diverse tipologie d’azione, dall’antisemitismo alla tutela dei diritti delle minoranze, tra cui la sua stessa comunità LGBTQ+.
Si può affermare a gran voce che lo stato tedesco, che negli anni ha investito molte energie nell’elaborazione del periodo della dittatura nazista, sembra esser giunto alla consapevolezza che quest’ultima non sia in alcun modo ancora attuale.