Arabia Saudita: la prova di forza del principe saudita e le sue conseguenze
Mohammed Ben Salmane, giovane e riformatore, ha condotto un’operazione dall’ampiezza straordinaria il 4 novembre, sbarazzandosi di fatto, di decine di oppositori e di rivali. Una strategia inquietante per la regione.
Intransigenza, fuga, determinazione, propensione a essere dispotico e la volontà di dominare la propria regione e trasformare il suo paese. Mohammed Ben Salmane, ha solo 32 anni, ma ha compiuto un passo mai visto nella storia del regno saudita: lanciare una rivoluzione societaria, mettere in discussione il discorso dell’establishment religioso e liquidare l’opposizione politica.
L’uomo forte del regno sta letteralmente rompendo un secolo di storia saudita. Colpendo ciò che costituisce la tradizione politica del regno: il principe ha compromesso l’equilibro dei poteri, tra quello che ha finito per costituire l’élite saudita e le differenze tra i vari clan. Mohammed Ben Salman, non ha nessuna intenzione di fare compromessi. Non intende condividere il potere con nessuno. Vuole fare dell’Arabia Saudita un’autocrazia.
I principi stessi della negoziazione e della diplomazia non sembrano appartenergli. Il principe ereditario non ha certo mezze misure. Ha tolto di mezzo il suo più grande avversario, suo cugino, Mohammed Ben Nayef, che era da dieci anni uno degli uomini più potenti del regno. Inoltre, ha spinto Saad Hariri (ex primo ministro libanese) a dimettersi. In seguito, arrestando decine di personalità, tra le quali alcuni emiri, ministri e uomini d’affarii con il pretesto di lottare contro la corruzione, ha liquidato in una notte una grande parte de suoi oppositori politici. Certamente, questo è solo l’inizio. Mohammed Ben Salmane sembra pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi. Non è necessariamente una notizia buona né per l’Arabia Saudita, né per la regione tutta, poiché i suoi avversari sono più radicali di lui. Uno scontro del genere, con queste premesse, può solo portare alla guerra.
@ManuManuelg85