USA: l’ombra di un nuovo scandalo avvolge Trump dopo la morte di 4 soldati americani
Non passa giorno nel paese a stelle e strisce senza che si aggiungano nuovi tasselli sulle circostanze che hanno condotto alla morte quattro soldati Americani delle Forze speciali in Niger ad inizio mese
WASHINGTON D.C – La notizia è stata resa di pubblico dominio il 5 ottobre dal Pentagono. Quattro berretti verdi delle operazioni speciali sono stati uccisi nel corso di un’operazione antiterrorista in Niger. Il comandante delle operazioni militari in Africa non ha fornito informazioni supplementari ma la sera stessa, il presidente nigeriano rivela che una decina dei suoi soldati sono ugualmente morti in questo attacco che si è svolto in prossimità della frontiera con il Mali. Poi, silenzio radio. La polemica prende forma mentre il presidente Americano Donald Trump, invia un messaggio di condoglianze alla famiglia di uno dei soldati uccisi, una chiamata molto empatica e disinvolta secondo la famiglia.
I media cercano allora di sapere cosa sia veramente accaduto nel deserto quel giorno. Per molti Americani, la presenza delle forze armate in questi paesi è un’autentica sorpresa e alcuni si chiedono, considerando che si tratta di soldati Americani morti sul suolo africano, se le loro operazioni siano state autorizzate da una speciale procedura del Congresso. Uomini morti in un’operazione certamente opaca. All’inizio, la spiegazione del Pentagono spiega che i berretti verdi accompagnavano una pattuglia di rappresentanza nigeriana intenta a prendere contatti con una tribù locale. Oggi, sappiamo che questo convoglio è letteralmente caduto in un’imboscata tesa dai terroristi pesantemente armati e che gli uomini hanno tentato di resistere avvalendosi dell’assistenza di un drone di sorveglianza non armato. Si apprende, inoltre, che un quarto soldato è stato ritrovato il giorno successivo morto, non lontano dal luogo in cui è avvenuta l’imboscata. Perché? Non è dato sapere al momento. I media Americani riferiscono di un’operazione destinata ad eliminare un capo terrorista importante ma senza fornire spiegazione di alcun tipo al momento.
La domanda è: perché questo caso è considerato uno scandalo? Perché è la prima volta che dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca un’operazione militare fallisce, che l’entourage si chiede se tutto sia stato fatto a dovere e preparato adeguatamente. Ci si chiede se l’operazione fosse stata preparata correttamente e si considera anormale che non ci siano stati rinforzi pre-posizionati per una simile operazione. Il comandante delle operazioni certamente dovrà fornire argomentazioni e chiare spiegazioni.
Negli Stati Uniti questo episodio riporta alla mente quanto accaduto a Bengasi, dove l’ambasciatore americano fu ucciso da un gruppo di terroristi l’11 settembre 2012 a due mesi dalla rielezione di Barack Obama, 44° presidente Americano. Nella fattispecie, non è tanto la mancanza di protezione che ha suscitato lo scandalo, quanto la volontà dell’esecutivo di tenerlo nascosto come polvere sotto al tappeto. La similitudine tra i due casi è certamente innegabile e Trump dovrà necessariamente agire se non vuole che questo caso possa essere determinante nelle prossime elezioni di mid term (le elezioni di metà mandato).
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