Elezioni in Francia: vince Emmanuel Macron
Ieri, 7 maggio, in Francia si è votato al ballottaggio per eleggere l’ottavo presidente della repubblica. Il vincitore è il giovane Macron con il 66,1%, mentre esce sconfitta Le Pen con il 33,9%. Il neopresidente ha dichiarato «Oggi inizia una nuova era di speranza e fiducia per la Francia», mentre la rivale del Front National ha affermato «I francesi hanno scelto la continuità».
A soli 39 anni Macron è così il presidente più giovane nella storia della Francia. Visibilmente commosso è entrato nella piazza del Louvre occupata totalmente dai suoi sostenitori, i quali sventolano bandiere francesi ed europee (mancano alla vista simboli di partito), mentre risuona trionfante l’inno alla gioia, ovvero l’inno europeo. Nel suo discorso dopo la chiusura dei seggi ha affermato «Mi batterò con tutte le forze contro la divisione che ci mina e ci abbatte. Amiamo la Francia, da stasera, e per i prossimi cinque anni, la servirò in vostro nome con umiltà, devozione, determinazione» e ancora «Difenderò l’Europa, la comunanza di destini che si sono dati i nostri popoli, il legame tra l’Europa e i popoli che la compongono, tra l’Europa e i suoi cittadini». Ha inoltre annunciato di voler ridare speranza ad una nazione che tra cinque anni non senta più il bisogno di votare per un partito estremista, senza sottovalutare le difficoltà che la democrazia sta incontrando, dettate anche dalle fratture sociali.
«Un risultato per noi storico, che pone il fronte patriottico come prima forza d’opposizione» ha rassicurato la leader del Front National al termine degli spogli. Nonostante la delusione per la sconfitta, e nonostante non si siano raggiunti i risultati previsti dai sondaggi prima del ballottaggio, per il partito di estrema destra francese i voti raccolti hanno comunque il sapore di una conquista: il 33,9% ha dimostrato come il partito sia cresciuto da 7 milioni del primo turno ai 10 milioni e 600mila. Conscia dei risultati raggiunti, Le Pen non ha atteso ed ha, anzi, scelto di utilizzare questa sconfitta come un nuovo rilancio per il proprio partito «Il Front National ora deve rinnovarsi per poter essere all’altezza di questa opportunità storica e delle attese dei francesi» e poco dopo il suo numero due Florian Philippot «Difenderemo l’indipendenza, la libertà e la prosperità della Francia, vorrei trasformare il movimento in una nuova forza politica, necessaria per risollevare il paese, tutti i patrioti si uniscano a noi per questa lotta decisiva che comincia da stasera e sarà decisiva nei prossimi mesi».
Il giovane leader di En Marche! ha dunque stravinto sulla rivale di estrema destra, riuscendo a raccogliere più consensi in tutti i dipartimenti della Francia tranne due, Passo di Calais ed Aisne, entrambi al nord. Emblematico anche il voto parigino, dove il giovane candidato di centro è riuscito ad ottenere addirittura l’89,69% dei voti, contro il misero 10,32% del Front National, simile del resto al voto delle altre grandi municipalità. Nonostante il clima di festa che ha seguito lo spoglio dei seggi, in particolare davanti al Louvre, dove si sono raccolti molti elettori di Macron, e dove il nuovo presidente ha deciso di tenere il proprio discorso, ci sono due dati che pesano terribilmente sulle ultime elezioni francesi: astensionismo e schede bianche. Le recenti votazioni hanno segnato nuovi record per la Francia: l’astensionismo ha raggiunto il 25%, mai così alto per un ballottaggio dal 1969, mentre le schede bianche sono addirittura il 12%. Il dato è spaventoso, in quanto esprime pienamente, seppur in silenzio, la distanza che divide coloro i quali hanno deciso di non recarsi alle urne insieme a quelli che hanno scelto di lasciare bianca la propria scheda dalla politica.
Dopo la chiusura dei seggi le reazioni da tutto il mondo non si sono fatte attendere. Macron ha ricevuto vari messaggi e chiamate, tra cui una lunga telefonata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e vari tweet da Bruxelles, Tajani e Tusk, e dal resto del mondo con Trump, Putin, Renzi e May. Esultano dunque i sostenitori dell’Unione Europea e tutti i nemici del populismo xenofobo. Non mancano comunque gli auguri alla leader del partito di destra, come quelli arrivati dall’Italia spediti da Salvini e Meloni. Critico anche il leader dei cinque stelle Beppe Grillo che ha annunciato la nascita di un altro governo delle banche.