Attacco USA in Siria. L’Italia come reagisce?
Dopo la strage di Khan Sheikhoun in cui lo scorso martedì sono morte più di 80 persone, fra cui 28 bambini avvelenati con gas tossici, non si fa attendere la reazione degli USA.Questa notte, alle 20.40 ora di New York, 2.40 ora italiana, Trump ordina il lancio di 59 missili Tomahawk contro la base siriana di Al Shayrat, da dove sarebbero partiti i Jet carichi di armi chimiche.
6 morti e 9 i feriti il bilancio dell’attacco.
Donald Trump interviene senza consultare il Congresso, scegliendo l’opzione più moderata tra quelle che aveva a disposizione, spiegando come: «E’ nell’interesse vitale per la sicurezza degli Stati Uniti prevenire e scoraggiare la diffusione di armi chimiche letali. Non c’è alcun dubbio che la Siria abbia queste armi terribili, violando i suoi impegni previsti dalla Convenzione sulle armi chimiche e ignorando gli inviti del Consiglio di sicurezza dell’Onu.» Lancia quindi un appello: «a tutte le nazioni civilizzate a porre fine alle stragi e allo spargimento di sangue in Siria e a porre fine al terrorismo di ogni tipo».
E’ la prima azione militare intrapresa da Trump con gli obiettivi dichiarati di: evitare che il “dittatore siriano” Bashar al-Assad commetta altre stragi di innocenti e garantire la sicurezza degli Usa, ponendo fine a “terrorismi di tutti i tipi”.
Trump segna quindi una immediata presa di distanza dalla gestione della crisi siriana tenuta da Obama, che nel 2013 proprio a causa della contrarietà del Congresso, fermò l’attacco militare programmato per punire la Siria che aveva usato armi chimiche contro la popolazione civile. Obama durante la sua presidenza ha mantenuto una posizione piuttosto defilata, lasciando a Putin un maggiore spazio di manovra.
Il bombardamento missilistico di questa notte potrebbe, pertanto, ridisegnare i rapporti tra Usa e Russia.
Sebbene il Pentagono abbia allertato la Russia prima dell’attacco, come confermato dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, Mosca prende le distanze e parla di “Un atto di aggressione nei confronti di un nostro alleato”, “un’aggressione contro un Paese sovrano”.
Tante sono al momento le incognite sul tavolo, da quella che sarà l’eventuale reazione militare di Putin a quello che sarà il prosieguo dell’azione militare Usa in Siria, che potrebbe essersi esaurita con l’attacco missilistico di questa notte.
L’Europa si schiera con gli USA
Dall’UE arriva l’approvazione per l’azione intrapresa dagli Usa, attraverso le parole del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che scrive in un Tweet: “Gli attacchi degli Usa mostrano la necessaria risolutezza contro i barbari attacchi chimici. La Ue lavorerà con gli Usa per mettere fine alla brutalità in Siria” e del presidente dalla Commissione europea Juncker che dice:” Gli attacchi chimici richiedevano una risposta”.
Il nostro Paese si spacca
Il presidente del consiglio italiano, Paolo Gentiloni, si unisce alla condanna degli altri leader europei sull’uso delle armi chimiche sul quale non “si può contare su attenuanti o mistificazioni” e giudica l’attacco Usa in Siria come “una azione puntuale e limitata e non come una tappa di escalation militare”, auspicando però in un negoziato “che deve comprendere tanto le forze di opposizione come quelle del regime, che deve svolgersi sotto l’egida delle Nazione unite, che deve vedere un ruolo decisivo e costruttivo della Russia”.
Lega e M5S si allineano invece con la Russia di Putin e condannano l’azione armata unilaterale intrapresa dagli USA nella quale vedono il rischio di una nuova guerra come quelle combattute in Libia, in Iraq e in Afghanistan.