Haiti: il dittatore “Baby doc” comparirà di fronte alla giustizia
Dopo Ventisette anni di fuga giorno per giorno, dopo essere fuggito a Haiti da una rivolta popolare, l’ex dittatore Jean-Claude Duvalier comparirà di fronte alla Corte d’appello di Port-au-Prince giovedì 7 febbraio. Il Presidente della Corte d’appello, Jean Joseph Lebrun, ha richiesto la presenza dell’ex Presidente a vita di 61 anni, che non si era presentato nel corso delle tre udienze precedenti. Sopranominato “Baby Doc”, l’ex dittatore al potere dal 1971 al 1986, è accusato di appropriazione indebita, di furto di beni pubblici e di corruzione. Il 27 gennaio 2012, il giudice Jean Carvès avanzò più di una ventina di denunce delle vittime del regime del dittatore per omicidio, torture, e altre grave violazioni qualificate come crimini contro l’umanità.
Jean Claude Duvalier arrivò al potere all’età di 19 anni dopo la morte del padre, Francois Duvalier, sopranominato “Papà Doc”, era autore di un vero e proprio regno di terrore. Molti sostenitori dell’opposizione furono uccisi, torturati o costretti all’esilio durante la dittatura di Duvalier.
Dopo il ritorno di Jean Claude Duvalier ad Haiti al termine di vent’anni di esilio in Francia, nel gennaio del 2011, il giudice Carvès si era accontentato di chiedere il rinvio di fronte a un tribunale correzionale per delitti finanziari. Questa decisione fu fortemente criticata dalle organizzazioni per la difesa dei diritti dell’uomo come Amnesty International. Michel Frost, esperto dell’ONU sui diritti dell’uomo lo denunciò ugualmente sottolineando che l’esistenza di crimini commessi dal regime di Duvalier era ben stabilita.
Gli avvocati dell’ex dittatore sostengono che non può essere perseguito in ragione della nota della prescrizione di dieci anni previsto dal codice penale. Questo argomento non è accettabile secondo l’avvocato americano William O’Neill. “I crimini contro l’umanità sono intollerabili”, sottolinea questo specialista dei diritti umani. “Istituito con il processo di Norimberga del 1946, il principio di crimini contro l’umanità è stato ricondotto a diversi risoluzioni dall’Assemblea generale dell’ONU e ratificato dal governo di Haiti”, ha voluto ricordare lo stesso O’Neill.
I numerosi casi di sparizioni registrate dal regime dei Duvalier costituiscono violazioni continue per le quali la prescrizione non può essere invocata aggiunge il giurista. “Se i giudici haitiani rigettano l’appello, le vittime dovranno recarsi presso la Corte interamericana dei diritti dell’uomo”, ha voluto specificare O’Neill.
Nel dicembre del 2012 il governo del Presidente Michel Martelly ha rimesso un passaporto diplomatico a Jean Claude Duvalier. Teoricamente assegnato ai domiciliari “Baby Doc”, frequenta i migliori locali della città e mangia nei migliori ristoranti in compagnia della sua donna. Ban Ki Moon sollecitò di intraprendere tutte le misure necessarie per regolare quanto prima questo caso per “raggiungere la pace e la prosperità duratura per il popolo di Haiti che deve instaurare lo Stato di diritto”.
L’ONG Human Rights Watch ha recensito le gravi violazioni dei diritti umani commesse sotto il regime di Duvalier e ha insistito sulla necessità di un processo equilibrato “per restaurare la fiducia del popolo di Haiti nella giustizia”. La stessa organizzazione ha ricordato che l’ostacolo per il giudice potrebbe essere l’assenza di una volontà politica e di un nuovo governo.
Manuel Giannantonio
8 febbraio 2013