La Birmania attende risposte dall’occidente

Birmania. Le centinaia di liberazioni dei prigionieri politici decretate dal governo venerdì appaiono come un passo di storica importanza verso una politica di apertura voluta dal presidente Thein Sein. Circa 400 prigionieri politici sono stati liberati secondo i dati stimati dall’ONG (Organizzazione Non Governative) con sede proprio nel territorio birmano. Molti di loro sperano di riprendere le attività politiche al più presto.
L’aria che si respira in Birmania in questi giorni appare e viene percepita diversa dagli abitanti. Mai come ora la situazione del paese aveva preso una simile piega. Dopo anni di dittatura fondata sulla violenza e sulle torture in un luogo del quale purtroppo non si sente parlare molto, la gente intravede la speranza ed è perfettamente consapevole della concretizzazione di primi passi verso una nuova era. La candidatura di Aung Saan Suu kyi trasmette fiducia nel popolo che si identifica con il leader della LND (Lega Nazionale per la Democrazia). Alcuni dei prigionieri nelle prime dichiarazioni effettuate hanno effettivamente confermato la sensazione di percepire l’inizio di un profondo cambiamento, ricordando che la situazione è certamente diversa per la maggior parte di loro che furono imprigionati anni fa. Con questa liberazione, il governo civile ha parzialmente soddisfatto le richieste dei paesi occidentali che intravedono segnali importanti nella soddisfazione ottenuta. Ovviamente ora i politici birmani si auspicano di ottenere concreti segnali da parte dei paesi occidentali che dovranno soddisfare alcune richieste volte al miglioramento di infrastrutture in Birmania.
Manuel Giannantonio
15 gennaio 2012