Romney contro Santorum, le elezioni repubblicane negli States

Una situazione unica quella verificatasi nelle primarie repubblicane americane in questi giorni. Le elezioni infatti assumono un carattere vivace, intenso ai limiti della cattiveria. Dopo i conti delle 130.000 schede repubblicane nei 1.744 caucus, soltanto 8 voti hanno effettivamente separato Mitt Romney da Santorum. L’Iowa ottiene infatti una vittoria sul fotofinish col 25% dei voti ciascuno e Ron Paul al terzo posto con un consenso pari al 21% . Le repubblicane hanno preso forma come la ricerca dell’anti Obama in una sfida lunghissima che potrebbe inoltrarsi fino alla convention di agosto in Florida.
La beniamina del Tea party, Michelle Bachman, unica donna in corsa, è stata costretta al ritiro in virtù di un consenso quantificabile col 5% dei voti nello stesso stato, ironia della sorte, che l’ha vista trionfare l’estate scorsa. La chiave di lettura di queste elezioni sta tutta nella propaganda e nel fatto che il denaro non costituisce più l’elemento fondamentale per il raggiungimento della vittoria. Oggi ci troviamo nell’era di Facebook, di Twitter e dei social network in generale. Una consapevole e premeditata organizzazione potrebbe rappresentare una svolta nell’andamento delle elezioni. Il porta a porta e lo scontro diretto costituiscono una fonte importantissima. Basti pensare allo stesso Santorum al quale la campagna elettorale è costata 1.65 a voto. Il 53 enne ex senatore della Pennsilvenya ha perso il confronto diretto col rivale Romney che ha speso circa 11 milioni di dollari in spot televisivi, per ottener solo 8 voti di differenza. Sostanzialmente Santorum si è imposto come un leader semplice autentico, attaccato in maniera significativa alle proprie origini e tradizioni italiane, con una profonda convinzione morale che ha avuto un grande impatto sul pubblico degli elettori. L’Iowa comunque non ha fornito una risposta efficace e convincente in quanto gli stessi voti ottenuti da Santorum dimostrano che l’ex governatore del Massachussets viene ancora percepito col 75% del partito come eccessivamente moderato e non solido nelle sue convinzioni repubblicane visto la sua approvazione della riforma sanitaria obbligatoria per tutti dichiarandosi inoltre schierato per la libera scelta sull’aborto e sui matrimoni gay. Nel partito si è diffusa conseguentemente l’idea che lo stesso Romney non sia precisamente a tutti gli effetti, il giusto candidato per sconfiggere Obama. Per evitare un suicidio politico John McCain è intervenuto appoggiando Romney invitando il partito ad unirsi in maniera più solida. A giovare di questa situazione è l’attuale presidente del paese a stelle e strisce che ha iniziato la propria campagna in Ohio affrontando il problema dell’occupazione e nominando il nuovo difensore dei consumatori contro le banche e le assicurazioni.
di Manuel Giannantonio
7 gennaio 2012